Villa Lante il giardino manieristico
Il nuovo SocialCorner vi invita a visitare Villa Lante, a Bagnaia, una frazione di Viterbo. La villa, si sviluppa su una superficie di ventidue ettari a ridosso dei monti Cimini, è nota per il suo meraviglioso giardino manieristico. Nel 2011 le è stato conferito il titolo di Parco più bello d’Italia ed è ritratta su una moneta commemorativa in argento, coniata nel 2014.
Il giardino manieristico
Immaginate: fontane, giochi d’acqua, scale, balaustre, belvedere, quinte architettoniche di alberi, labirinti, trabocchetti, illusive dilatazioni degli ambienti, congegni semoventi e grotte. Aggiungete sculture e aiuole, che disegnano impeccabili forme geometriche, che dialogano con la circostante lussureggiante vegetazione dall’aspetto incolto e naturale. Se non basta, ecco le cascate scenografiche, che imitano quelle naturali, con statue che, ricoprendosi di muschio, danno una sensazione fiabesca, quasi da sogno. Se tutti gli elementi d’arte, natura e architettura sono progettati allo scopo di celare messaggi allegorici o concettualmente più complessi allo scopo di sorprendere il visitatore, sono tutti indizi che si tratta di un giardino manierista.
La storia della Villa
Villa Lante è uno degli esempi di giardino a sorpresa manierista tra i più indicativi dell’epoca. La villa all’inizio, in realtà, non esisteva, il cardinale Raffaele Galeotti Sansoni Riario, nel 1498 utilizzava il possedimento come tenuta di caccia. Il suo successore il cardinale Ottaviano Riario Visconti, fa erigere un casino di caccia nel 1521, nel 1514 ha fatto già recingere la proprietà con un alto muro. Il cardinale Niccolò Ridolfi, nipote di papa Leone X de Medici, inizia il cambiamento. La tenuta di caccia si trasforma in parco con le prime fontane alimentate dall’acqua proveniente da due sorgenti. L’acqua è convogliata e, con un acquedotto, raccolta in una vasca al centro del bosco.
Giovanni Francesco Gambara
Nel 1568, il neo possessore, il cardinale Giovanni Francesco Gambara compie la decisiva trasformazione: da parco a Villa, con la realizzazione della maggior parte degli edifici e del giardino che oggi possiamo ammirare. In quegli anni a Caprarola e Tivoli erano eretti, Palazzo Farnese e Villa d’Este coi loro magnifici giardini. Luoghi di rara bellezza che presto vi racconteremo. Il cardinale uomo sensibile alle arti, colto e con notevoli risorse economiche decise di realizzare anch’egli una residenza coi caratteri del nuovo linguaggio emergente.
Jacopo Barozzi da Vignola
Gambara chiede la consulenza per l’ideazione della villa e del giardino, ma non abbiamo documenti che lo confermano, a Jacopo Barozzi da Vignola. I lavori, iniziano col primo edificio, delle due palazzine gemelle progettate simmetriche rispetto all’asse centrale del giardino.
La Palazzina Gambara, l’edificio di destra, è conclusa nel 1578. È affrescata da artisti di rilievo quali: Federico Zuccari, Raffaellino da Reggio e Antonio Tempesta. Con certezza, dopo la morte di Vignola nel 1573, interviene nei lavori Tommaso Ghinucci. L’architetto senese, esperto d’idraulica, contribuisce in modo rilevante al completamento del giardino.
Jacopo Barozzi da Vignola
Alla morte di Gambara nel 1587, proseguono i lavori, terminati nel 1790, per la realizzazione dell’altro edificio quello di sinistra, la Palazzina Montalto. La Palazzina è affrescata da Agostino Tassi, Marzio Ganassini e da Cavalier d’Arpino ed ha assunto il nome del cardinale Alessandro Montalto, il quale, porta a conclusione il progetto.
La straordinarietà della villa è legata al suo meraviglioso giardino all’italiana, allo splendido parco, alle sue magnifiche e sorprendenti fontane alimentate dall’acqua sorgiva, che sgorga dalla roccia in alto. L’acqua, seguendo il pendio del terreno, ha permesso di creare una serie di terrazze e fontane fino a giungere nel quadrato della Fontana dei Mori al centro del parterre disegnato dalle siepi di bossi. Sulla fontana, attribuita in precedenza a Giambologna e a Taddeo Landini, è stato recentemente stabilito che è di Giovanni Antonio Paracca detto il Valsoldo .
Ippolito Lante Montefeltro della Rovere
Alla villa, diventata proprietà del duca di Bomarzo, Ippolito Lante Montefeltro della Rovere, rimane il nome di questo proprietario. Villa Lante è uno di quei luoghi che va assolutamente visitato, è fondamentale per comprendere il linguaggio nuovo dei giardini che avrebbero influenzato tutta Europa.
Un altro importante tesoro della nostra magnifica Italia. Potete scoprirla, post dopo post sulla nostra rubrica SocialCorner, i luoghi più instagrammabili di sempre. Se vi va Cliccate qui e viaggerete ancora con noi. Se non volete perdere i nostri scatti, seguiteci su Instagram @charmenoff