Il sacro Bosco di Bomarzo
Dalle origini al Sacro Bosco di Bomarzo
Celebri furono i Giardini Pensili di Nabucodonosor II a Babilonia, attribuiti, in seguito, alla regina Semiramide. Belli i giardini romani ispirati a loro volta a quelli greci. Con la fine dell’impero romano, purtroppo, l’agricoltura e l’arte del giardino persero molte delle conoscenze acquisite. Fu grazie ai monaci soprattutto nel IX secolo e agli studi da essi compiuti sui testi custoditi nelle biblioteche che si riprese quest’arte.
Furono anche i contatti con la cultura araba nel X secolo, che si acquisirono elementi nuovi come la composizione geometrica e la conoscenza di nuove specie botaniche originarie del Medio Oriente.
Un giardino fuori dal comune
Giardini recintati e ben custoditi gli hortus conclusus, essi furono la base del giardino medioevale, dove le esigenze alimentari e della cura delle malattie conciliarono con la dimensione più profonda di ricreare perfezione Divina dell’Eden perduto. È curioso che parola giardino sia riconducibile all’ebraico “gan éden” che in sostanza significa cortile-paradiso. Questo l’humus e punto di partenza per gli spettacolari giardini che sono stati realizzati dal periodo dell’Umanesimo e Rinascimento, ai giorni nostri. Diverso è Sacro Bosco situato nella Villa delle Meraviglie, a Bomarzo in provincia di Viterbo. Un giardino che non può essere messo a confronto con alcuna meraviglia del passato e si discosta anche dalla tipologia dei Giardini all’italiana del tempo.
Un viaggio interiore
Sorto nel 1552 per volontà del Principe Pier Francesco Orsini detto Vicino. Si narra che la realizzazione del giardino sia stato per il principe un viaggio iniziatico, il tentativo di sfidare la morte, per ricongiungersi alla sua amata moglie Giulia Farnese scomparsa prematuramente.
Pirro Ligorio è l’architetto che ha creato il percorso che conduce nel mondo fantastico, popolato da sfingi, elefanti, mostri e tartarughe giganteschi, draghi, orchi, che incutono timore e sorpresa.
Un calderone di pietra scolpita e di piante, che si ispira a diverse tradizioni, da quella pagana, a quella esoterica, ai percorsi alchemici, da quella ermetica a quella orientaleggiante ed esotica.
“Tu ch’entri qua pon mente, parte a parte, e dimmi poi se tante meraviglie sien fatte per inganno o pur per arte” così è riportato su una sfinge all’inizio del percorso, solo chi visita questo luogo può dar risposta alla domanda e dire se è un Sacro Bosco o se è semplicemente il Parco dei Mostri.
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