L’abbazia di San Fruttuoso a Camogli
In occasione di Sapori in Paradiso, l’incontro organizzato dal Consorzio della focaccia di Recco col formaggio e il Consorzio di tutela salumi DOP Piancentini, abbiamo avuto il piacere di recarci in visita in una delle perle della Liguria: l’Abbazia di San Fruttuoso a Camogli.
Il Cristo degli abissi
È ancora viva l’immagine della collana col pendente che ritrae il Cristo degli abissi, appesa al collo di un marinaio, che dondolava seguendo i movimenti del corpo dell’uomo, mentre stava tirando a bordo la rete, con le mani ruvide e la pelle scura scura, arsa dal sole, mentre disponeva nelle cassette il pescato del giorno. “È il mio protettore” diceva, “con Lui sto tranquillo. Sai? La statua si trova sul fondo del mare in Liguria.” Immagini che restano vive nella memoria di un bambino, che crescendo, spinto dalla curiosità va a cercare. Eh, si! Quell’opera d’arte di Guido Galletti, c’è davvero, è alta 2 metri e mezzo e si trova a 17 metri di profondità sul fondale della baia di San Fruttuoso, tra Camogli e Portofino, nell’Area naturale marina protetta Portofino.
Il paradiso terrestre
Il Cristo degli abissi non è l’unica bellezza del luogo, in realtà è la ciliegina sulla torta che impreziosisce la baia di San Fruttuoso. Il luogo è un angolo di paradiso terrestre. I colori delle acque cristalline del mare della piccola baia sono tinte d’azzurro e turchese e al largo si tingono di un blu cobalto, la verde vegetazione, che si arrampica sulle alture scoscese dalle pendenze impegnative, fa da cornice e allo stesso tempo abbraccia un’abbazia e le sparute case, la cinquecentesca torre, detta dei Doria, un tempo baluardo a difesa della baia, oggi punto dove vigilare sui bagnati spalmati a prendre il sole e a godere del refrigerio dell’acqua marina, sono la meraviglia per gli occhi. La vera protagonista della baia non è il Cristo sul fondale, ma è l’abbazia! È dedicata al vescovo Fruttuoso. Il santo martirizzato a Tarragona nella Spagna Citeriore, nel III secolo, insieme ad altri due santi, i diaconi Augurio ed Eulogio.
Un luogo scelto da un santo per erigere la sua chiesa
Sono diverse le ipotesi dell’arrivo delle reliquie dei tre martiri. Gli studiosi propendono che siano giunti in Italia nel VIII secolo, quando la penisola Iberica fu conquistata dagli arabi ed alcuni fedeli fuggirono con le spoglie dei santi verso la Liguria. La tradizione vuole che fu il santo stesso ad indicare in sogno il luogo dove erigere la chiesa. È così che è nata l’abbazia appartenuta ai monaci benedettini. La chiesa ha la cupola ottagonale la cui verticale cade direttamente sulla sorgente di acqua dolce situata sotto il pavimento della chiesa. Architettura pregna di significato, che simboleggia con l’otto il Cristo risorto che è sorgente di vita eterna. È difficile datare con certezza l’insediamento monastico, il primo documento storico che si riferisce all’abbazia di San Fruttuoso di Camogli che ci è pervenuto è soltanto del 977.
L’arrivo dei Doria
È una certezza che l’impostazione della chiesa risalga all’XI secolo. Muterà di nuovo, quando dalla metà del quattrocento dopo aver visto i monaci abbandonare il monastero, in modo definitivo dal 1467. Da quella data l’abbazia non vedrà più una comunità monastica. L’abbandono da parte dei monaci non decretò la fine del monastero, quest’ultimo venne diviso e gli alloggi furono abitati dai pescatori. Cambierà pure l’interno della chiesa. Gli spazi liturgici, suddivisi secondo gli usi delle comunità monastiche, assunsero l’attuale aspetto. Le modifiche ci furono pure in altre parti dell’abbazia quelle relative al loggiato a due ordini di trifore e al trasferimento e realizzazione del sepolcreto della famiglia Doria posto nei pressi del chiostro. I cambiamenti della struttura avvennero intorno al 1551, quando l’ammiraglio Andrea Doria ottenne da Giulio III, il giuspatronato su San Fruttuoso, col diritto di nominare l’abate commendatario appartenente alla sua famiglia.
La sfida del FAI
Andrea Doria considerava San Fruttuoso un nodo strategico per Genova e la riviera di Levante, un avanposto di difesa dai nemici della sua famiglia. Durante il pontificato di Leone XIII nel 1885, San Fruttuoso diventa parrocchia e tale è ancora oggi, infatti, vi si celebra tutt’ora la liturgia eucaristica. Il complesso apparterrà ai Doria fino al 1983, quando Frank e Orietta Pogson Doria Pamphilj decisero di donare tutto al FAI, che ha accettato la sfida, occupandosi del recupero dell’intero borgo e del complesso monastico, proteggendolo, continuando il lavoro per mantenerlo e consegnarlo alle nuove generazioni.
Due chiacchierre col mare
Ci sembra una sfida, fin dai primi tempi, abitare questi luoghi. Un angolo di paradiso, baciato dai santi, dove la mescola di spiritualità e volontà di viverci lo hanno conservato. A noi ha dato la sensazione di essere invitati a riappropriarci del tempo, sederci sul bagnasciuga e dialogare col mare sussurrandogli segreti e ad ascoltare le sue parole. La vita nel mare è tutta sotto, nascosta a chi non sa vedere oltre il visibile. Salvatore Niffoi
Per raggiungere San Fruttuoso potete prendere una motonave della compagnia Golfo Paradiso che parte dall’imbarcadero di Recco o di Camogli, due dei quattro comuni fanno parte, oltre ad Avegno e Sori, del Consorzio della focaccia di Recco col formaggio. La focaccia di Recco col formaggio IGP è una delle delizie nazionali che possono essere gustate solo e soltanto qui. Appena finito il tour, o per quelli che hanno uno stomaco di ferro prima di partire in traghetto, è d’obbligo provarla. Occhio però, rischiate di diventarne dipendenti.
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Questo racconto è stato scritto ascoltanto The hours di Philip Glass