Pagliare di Tione degli Abruzzi

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Le architetture semplici

Siete pronti a partire e tornare indietro nel tempo e vivere un luogo che dal quattrocento è rimasto praticamente immutato? Pagliare di Tione degli Abruzzi è la meta. Ebbene si!  Questo villaggio agropastorale d’alta quota, che non è servito né da energia elettrica né dall’acqua corrente è situato nel cuore dell’Abruzzo ed è rimasto così come era. Il borgo è costituito da una chiesetta dedicata alla Madonna di Loreto, un centinaio di casolari a due piani e un enorme pozzo dove vive indisturbata una comunità di tritoni. Il pozzo meraviglia per la sua grandezza, per andare a prendere l’acqua bisognava scendere le rampe in pietra di scale che poggiano sulla parete del pozzo, fino a raggiungere lo specchio d’acqua. La pietra del luogo è il principale materiale utilizzato per le strutture compreso il pozzo. Il piccolo agglomerato tornava, in passato, ad animarsi appena finito il periodo dei freddi invernali. Appena Demetra riabbracciava la sua amata Persefone i casolari tornavano ad animarsi, fungendo al pian terreno da rimessa per gli animali e da abitazione al piano superiore.

Non più coltivazioni e allevamento del bestiame

I terreni dell’altopiano erano coltivati e il bestiame pascolava all’ombra del monte Sirente. Oggi le attività di coltivazione e allevamento degli animali è scomparsa. I casolari sono abitati dai proprietari nei periodi caldi e godono di questo luogo dove neanche gli smartphone funzionano. È uno di quei posti dove ci si reca per disintossicarsi dalla frenesia della vita quotidiana. Il cielo di notte è puntinato di stelle come mai lo si vede, essendo assenti le luci artificiali che non disturbano la vista. Le costellazioni quasi si toccano con un dito. Armarsi d’astrolabio per “leggere” la volta del cielo notturno è d’obbligo, lasciare che l’orecchio si eserciti a godere del silenzio è il piccolo sforzo da fare e infine spostare la levetta su esperienza immersiva col pianeta. Pagliare di Tione degli Abruzzi è l’angolo di paradiso dal passato perduto ed allo stesso tempo è un presente dove ritrovarsi senza andare troppo lontano.

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Questo racconto è stato scritto acoltando Heaven dei The Psychedelic Furs.