Il Palazzo Patriarcale a Udine

Labano incontra Rachele e Giacobbe sulla montagna di Galaad, Gian Battista Tiepolo

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Delfino e Tiepolo

Fu il patriarca Dioniso Delfino (1663-1734) a chiamare nel 1726 il pittore Gian Battista Tiepolo ad affrescare il Palazzo Patriarcale di Udine. L’edificio è stato eretto nel XVI secolo quando i patriarchi non potendo più risiedere nel Castello di Udine, assegnato nel 983 da Ottone II di Sassonia al Patriarca Rodoaldo, dovettero trovare una “nuova casa” dove risiedere. Quando Delfino chiamò Tiepolo, Udine era già da molti decenni sede Patriarcale. Fu il Patriarca Bertoldo di Andechs nel 1238 a spostarla a scapito di Cividale del Friuli.

Il progetto iconografico

L’allora trentenne Tiepolo, nato nel 1696, doveva col suo estro creativo, realizzare il progetto iconografico, che il committente aveva elaborato insieme al suo vicario generale Francesco Florio.

Il progetto è focalizzato sugli episodi della storia dell’Antico Testamento. Tutte le scene ritratte da Tiepolo sono profetiche e rimandano a Cristo e alla storia della salvezza. La storia e le vicende del popolo eletto sono profetiche, annunciano la venuta di Cristo e la storia della salvezza dell’umanità intera.

Tiepolo e il nuovo linguaggio

Il primo affresco dell’artista nella residenza dei patriarchi di Aquileia è di fondamentale importanza per la carriera dell’artista. Tiepolo, infatti, abbandona i modelli accademici del maestro Gregorio Lazzarini. Nonostante abbia conosciuto le innovazioni dei pittori a lui contemporanei si appassiona e segue la grande tradizione veneta, quella monumentale dei colori brillanti, vividi, luminosi, ispirata dal maestro Paolo Veronese.

La cacciata degli angeli ribelli

L’artista veneziano, inizia dal soffitto dello scalone d’onore con l’affresco La cacciata degli angeli ribelli e alle otto scene del peccato originale che lo attorniano e incorniciano. È subito un successo. Saranno, però, gli affreschi della Galleria degli ospiti, che Dioniso Delfino volle ad accogliere gli ospiti prima dell’udienza, ad essere considerati il primo capolavoro della maturità dell’artista, dove egli esprime al meglio il nuovo linguaggio. Coadiuvato nell’impresa dal fidato quadraturista Gerolamo Mengozzi Colonna, Tiepolo, dipinse la galleria, tra il 1727 e il 1728.

I temi della Galleria degli ospiti

Sono otto le scene che riguardano le storie di Abramo, Isacco e Giacobbe, realizzate seguendo fedelmente i contenuti del testo sacro: Abramo accoglie gli angeli nel querceto di Mamre, Sara e l’angelo, Agar col figlio Ismaele viene confortata dall’angelo, Giacobbe s’accinge a sacrificare Isacco a Dio, Giacobbe vede in sogno una scala che tocca il cielo, Labano incontra Rachele e Giacobbe sulla montagna di Galaad, Giacobbe lotta con l’angelo, Giacobbe e il fratello Esaù si abbracciano. Gli episodi dei Patriarchi biblici altro non sono che la storia degli uomini che hanno creduto alle promesse di Dio e sono stati protagonisti ubbidienti della storia della salvezza.

Il Giudizio di Salomone

Ultima fase del lavoro di Tiepolo è alla Sala Rossa. Protagonista della rappresentazione è il re Salomone. Il Giudizio di Salomone racchiude il tema del re giusto, del re saggio, il re che ubbidiente alla volontà di Dio.

Una chicca la Biblioteca

Al Palazzo Patriarcale di Udine non ci sono solo le opere di Tiepolo, è un museo: il Museo Diocesano, dove sono raccolte ed esposte diverse opere d’arte sacra. La chicca è certamente la magnifica biblioteca. Ma noi siamo di parte, avendo un debole che più volte abbiamo dichiarato per le biblioteche e i libri.
Un palazzo splendido, degno dei Patriarchi di Aquileia, quello di Udine.

Il museo lo abbiamo visitato con la FVGcard il pass col quale si vedono tanti luoghi gratis, o con delle agevolazioni. Dobbiamo ammettere che è stata una comodità averla presa perchè abbiamo speso molto meno!

Nei giorni a Udine abbiamo dormito all’Hotel Là di Moret.

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