Radovljica e la Linhartov trg
Radovljica è una città medievale posta su una altura che domina la valle segnata dal fiume Sava nella regione statistica dell’Alta Carniola. Una via, la via principale, la Linhartov trg, che inizia stretta, stretta e poi diventa una piazza sulla quale si affacciano gli edifici storici. Da un lato ci sono quelli del potere e della borghesia baciati sempre dal sole, dall’altro le botteghe artigianali che vedono il sole solo un po’ al mattino e sono tutte larghe nove metri con due usci, quello dell’attività e quello dell’abitazione. La via porta il nome dell’illustre cittadino Anton Tomaž Linhart, nato proprio qui, a Radovljica. Il drammaturgo e storico sloveno coi suoi testi diede inizio alla storiografia nazionale e segnò con le sue opere la nascita del teatro sloveno, ha vissuto la sua infanzia in uno degli edifici borghesi lungo la strada, esattamente al civico 7.
La Dolce Radol’ca
Chiamano Radovljica la città dolce o la Dolce Radol’ca, sarà perché qui è protagonista una delle delizie che nessuno, o quasi, riesce a trattenersi dal mettere sotto i denti? Al 100% di cacao o al latte chi non ama follemente il cioccolato? I capitoli della lunga storia che inizia 3500 anni fa nel nuovo continente, sono raccontati da una guida che non è Willy Wonka, ma come il protagonista de La fabbrica di cioccolato indossa un particolare cappello, sostituito di volta in volta da nuovi e di fattura diversa in base ai luoghi e ai capitoli della narrazione. Passeggiando lungo la Linhartov trg, dove campeggiano il monumento e la fontana dedicati a Josipina Hočevar e il monumento a Cene Auguštin, è citato Cristoforo Colombo, il primo europeo che ebbe modo di conoscere le fave di cacao. Le ricevette in dono durante uno dei suoi viaggi nel Nuovo Continente.
Un dono del dio Quetzalcoatl
I Maya furono i primi a coltivare le piante. Secondo una leggenda azteca i semi di Theobroma cacao furono donati dal dio Quetzalcoatl il quale insegnò alla popolazione a coltivare le piante e a trasformare le fave nella deliziosa bevanda. Il “cibo degli dei”, dona straordinari benefici all’uomo, li elenca un’antropologa figlia di un farmacista che ha ereditato la collezione del padre conservata negli spazi del Museo della Farmacia e dell’Alchimia. La profonda conoscitrice della storia dei Maya e degli Aztechi guida gli ospiti e li esorta a superare la prova del drago. La prova è fondamentale e propedeutica alla rivelazione della divinità, una volta che il dio concede la sua benevolenza, si riceve il messaggio lanciando una fava di cacao su una tavola sulla quale sono ritratte delle immagini associate a un animale svelando l’arcano.
Un momento divertente, intrecciato a quello in cui sono elencati gli effetti benefici del cioccolato e del cacao. Se avete visto il film Chocolat ricorderete Juliette Binoche nei panni di Vianne Rocher, la quale come se fosse una maga lavorava le fave di cacao in così tanti modi, abbinandole ad altrettanti ingredienti da riuscire a curare i mali dell’anima dei cittadini di Lansquenet-sur-Tannes. Le due prelibatezze in realtà non hanno nulla di magico. In base agli studi scientifici, si sa che hanno delle proprietà che agiscono positivamente sull’apparato cardiovascolare, sul cuore, sulle arterie e sull’umore, gli sono attribuite proprietà afrodisiache e stimolanti, e scoperti degli antiossidanti che riducono gli effetti dello stress ossidativo.
La tavoletta di cioccolata Gorenjka
Lasciato il museo ci si reca, restando vicinissimi alla piazza, su una piattaforma protesa verso la valle dalla quale se guardi a nord est godi della vista del Triglav, la “montagna sacra” degli sloveni, mentre se volgi lo sguardo a nord ovest si stagliano verso il cielo i monti delle Karavanke. Mentre si gode di questo splendido panorama si gusta, finalmente, uno scacchetto, o più d’uno, della barretta di cioccolato al latte Gorenjka: la prima fabbrica di cioccolato slovena. Nel 2022 è stato celebrato il centenario dalla nascita della fabbrica di cioccolata.
Tutto ebbe inizio nel 1922 nella casa di Dobril a Lesce, a pochi chilometri da Radolvljica. L’azienda fu avviata da Adolf Zavrtanik, uno sloveno di Trieste. Nel 1928 la famiglia Zavrtanik costruì lo stabilimento, con le prime macchine moderne. Si producevano all’epoca, ogni anno, circa 15 tonnellate di cioccolato e prodotti a base di cioccolato. La qualità dei cioccolatini era tale da divenire presto famosi. Tra i clienti abituali ve ne erano anche di illustri. I membri della famiglia reale Karadjordjević, si fermavano spesso a Lesce quando andavano a soggiornare a Bled. Gorenjka nasce nel 1948, resta la dicitura di fabbrica di cioccolato a Lesce.
La tradizionale produzione continua
Continua la tradizione della produzione di cioccolato. Nonostante gli stabilimenti siano stati spostati in un’altra città, resta nei cuori dei cittadini questa “dolce” azienda. Sarà perché qualcuno ci ha pure lavorato fino agli anni ‘80. Sapete? Qui non sono mica arrivati gli Umpa Lumpa a gestirla! Mentre la guida ci racconta queste vicende tira fuori dalla borsa un altro copricapo. È la versione moderna, quasi identica a quello dell’immagine della fanciulla ritratta sulla confezione di cioccolata Gorenjka. La “mascotte” ideata e disegnata da un maestro del fumetto, un artista sloveno, che fu anche scultore e illustratore, al secolo Nikolaj Muster, noto a tutti come Miki Muster, è stampata sul cartoncino che avvolge la tavoletta.
La barretta di cioccolato al latte
Certo è che di passi da gigante ne sono stati fatti da quando Montezuma fece assaggiare la mitica bevanda a Hernán Cortes, il quale, dopo averne apprezzate le qualità, iniziò a mandare i primi sacchi di cacao alla corte spagnola. Quello che avvenne a Vevey, una cittadina svizzera del Canton Vaud, con protagonisti, Daniel Peter e Henri Nestlé merita un monumento. I due geni, unendo le forze e le esperienze, partendo dall’idea di Peter, crearono la prima tavoletta di cioccolato al latte. Aggiungendo al cacao in polvere il latte in polvere, misero a punto la mitica ricetta che i golosi di tutto il mondo non finiranno mai di ringraziare i due pionieri, perché hanno deliziato milioni e milioni di palati e le loro papille fungiformi. Correva l’anno 1875, l’anno in cui fu brevettata.
La Sala Barocca
Come la Merveilleuse Angélique, la cioccolataia, del lungometraggio Angelica alla corte del re, ricevuta dal sovrano di Francia a una festa, siamo invitati a varcare il portone dell’antico maniero di Radolvjica che oggi ha una facciata che ricorda più un palazzo signorile che un castello. Seduti su comodi ed eleganti divanetti situati al centro del salone delle feste del maniero: la Sala Barocca. Le armonie del sottofondo musicale, in stile, come quello architettonico della sala, accompagnano la degustazione della bevanda originale, così come veniva preparata nelle Americhe. Il momento del piccolo peccato di gola, si trasforma in un sogno. Ci si perde nella bellezza del luogo, avvolti dai piaceri che stimolano e irretiscono i sensi.
La passione muta in romanticismo perché in fondo non si può essere sempre “Come l’acqua per il cioccolato”. Il viaggio con la nostra “Beatrice” inizia con una grappa alla pera servita in un bicchierino di cioccolato. Si chiude passando prima nella cioccolateria Radolška Čokolada, stracolma di cioccolatini ripieni e aromatizzati con ingredienti innovativi e quelli con ricette originali, preparati davanti ai visitatori. Sono talmente buoni da essere stati premiati. Ci si ferma, infine, a cena al ristorante di Hiša Linhart, una stella Michelin, ad assaporare anche qui un po’ di cioccolato in uno dei piatti realizzato da uno dei migliori chef sloveni. Come direbbe Ernst Knam: “Se in Paradiso non c’è il cioccolato, non ci voglio andare”. “La vie en chocolat ” a Radovljica è l’esperienza paradisiaca.
Viaggio organizzato in collaborazione con lo Slovenian Tourist Board
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