I Trulli di Alberobello in 10 punti

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Dal 1° al 5° punto

  1. La Murgia dei Trulli è quell’area della Puglia caratterizzata dall’utilizzo della pietra e dagli ulivi. La pietra che si trova facilmente sul territorio è il materiale principale che ha permesso di erigere le case, appunto i trulli, i muretti di delimitazione dei terreni, i terrazzamenti e le strade. I trulli si concentrano nella Valle d’Itria. Alberobello è la città dove se ne contano di più e trovare i meglio conservati. I Trulli di Alberobello sono 1600 di cui 590 sono al Rione Monti e 1030 al Rione Ala Piccola.
  • 2. Il nome di Alberobello deriva dal latino medievale della Regione, “silva arboris belli”. 
  • 3. I trulli sono delle tradizionali case in pietra che hanno la caratteristica struttura rettangolare ma il tetto è conico ed è rerealizzato con lastre, dette chianche o chiancarelle, incastonate con la tecnica della muratura a secco: senza malta cementizia. Sul tetto spesso si trova un elemento decorativo detto pinnacolo la cui punta varia da trullo a trullo, come variano i simboli pagani, cristiani, magici, alchemici, astrologici dipinti direttamente sulle chiancarelle del tetto. Questi elementi decorativi hanno la funzione apotropaica: una sorta di portafortuna ben augurale.
  • 4. I Conti di Conversano permisero ai coloni di costruire delle abitazioni a secco, in modo che fossero demolite in caso d’ispezione regia. Lo stratagemma evitò il pagamento di una tassa al Re per il nuovo agglomerato urbano. “Fatta la legge trovato l’inganno”.
  • 5. Gian Girolamo II Acquaviva d’Aragona, Conte di Conversano, contribuì in modo significativo allo sviluppo dell’abitato di Alberobello.

Dal 6° al 8° punto

  • 6. Tra il 1909 e il 1936 il governo emanò i decreti per eleggere Monumenti Nazionali il Rione Monte e in seguito il Rione Aia Piccola.
  • 7. Da dicembre 1996 sono riconosciuti dall’UNESCO Patrimonio Mondiale dell’Umanità.
  • 8. Tra i trulli di Alberobello più famosi sono da vedere: il Trullo Sovrano, l’unico trullo ad avere un piano sopraelevato, raggiungibile dall’interno attraverso una scala in muratura, tra i primi ad essere costruito con la malta. La cupola conica è alta 14 metri.
  • Casa Lippollis, deve il suo nome a Vitonofrio Lippolli, il primo arciprete e parroco di Alberobello. Il prelato la fece costruire verso la fine del XVIII secolo. È uno degli edifici che è stato costruito con la malta, quando il Re stabilì che le case alla città dei Trulli si potevano costruire regolarmente come in tutti gli altri luoghi del regno. Trulli Siamesi, la leggenda narra di due fratelli innamorati della stessa donna che, promessa al primogenito, ma era innamorata del secondo fratello. I due costruirono il trullo unendo i due tetti. La convivenza con fu facile e presto i due fratelli divisero la casa con le porte d’ingresso rivolte su una strada e l’altra al lato opposto.
  • Chiesa di Sant’Antonio è una chiesa a croce greca posta in cima al rione Monti, unica nel suo genere poiché interamente realizzata a trulli.
  • Casa D’Amore, la tradizione vuole che sia stata costruita mentre veniva eletto il primo Sindaco, Francesco D’Amore, era il 22 giugno del 1797. È la prima casa ufficialmente in cotto con l’uso di malta, grazie a un decreto regio che sancì la libertà per gli alberobellesi su come costruire le proprie abitazioni.

9° e 10° punto: le due le citazioni famose di D’Annunzio e Pasolini

  • 9. Alberobello è stata meta di viaggio di Gabriele D’Annunzio ecco una parte di quello che annotò ne le Cronache di un viaggio, 1917 “…Lunga strada abbagliante, per una campagna di sete. Grossi borghi imbiancati. Gli olivi. Tra Alberobello e Locorotondo i paesaggi strani sparsi di trulli. Una specie di attendamento lapideo. I padiglioni conici di pietra, col fiore in cima. I trulli bruni e bianchi. I gruppi di coni…”
  • 10. Questo invece quello che scrisse Pier Paolo Pasolini su Il Quotidiano 18 marzo 1951. “È il cielo… È difficile raccontare la purezza del cielo, in quella domenica sera, a Alberobello: un cielo inesistente, puro connettivo di luce sulle prospettive fantastiche del paese.Di un trullo isolato si potrebbe parlare solo con i termini della cristallografia. Tutti i corpi solidi vi sono fusi mostruosamente per dar forma a un corpo nuovo, delicato, leggero. I tetti a punta. I tetti a punta, di un nero cilestrino, si staccano improvvisi da questa base contorta e armoniosa, per riempire il cielo di magiche punte. Non c’è traccia di miseria o di sporcizia. I trulli più poveri, allineati per i vicoli scoscesi, da paese montano, vaporosi e candidi, sono pieni di nitore, anche negli interni, dietro i vani neri delle porte ricoperte da tende penzolanti come reti.I sentieri, la sera in cui arrivai, erano deserti: solo qualche bambino giocava seduto davanti alle soglie, in mezzo a tutto quel biancore.”

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Questo racconto è stato scritto ascoltando Sultans Of Swing dei Dire Straits