Per chi desidera visitare Verona, ci sono diversi aspetti che possono essere il filo conduttore per goderne appieno. Uno dei possibili percorsi, è l’itinerario letterario, quello che ripercorre i luoghi della città che si ha la certezza essere noti o stati d’ispirazione al sommo poeta Dante. C’è quello legato agli straconosciuti luoghi shakespeariani di Giulietta e Romeo. Quello sull’epoca romana o quello legato alla signoria dei Della Scala.
Noi abbiamo deciso di vederla in maniera del tutto personale, cercando il modo di goderne dall’alto e in 24 ore. L’itinerario è iniziato dalla Torre dei Lamberti, l’edificio più alto della città. Alta 84 metri, iniziata a costruire dal 1172 d.C. la torre ha subìto, nell’arco dei suoi ottocento anni, diverse modifiche. La vista dalla cella campanaria è meravigliosa, in particolare si riescono a osservare le due piazze quella delle Erbe e quella dei Signori e i palazzi che le delimitano. Bisogna compiere però un piccolo sforzo per salirvi: 368 scalini, ma tranquilli, per chi vuole c’è il comodissimo ascensore col quale potete arrivare in alto senza alcuna fatica.
Proseguendo il nostro itinerario, abbiamo dovuto rivolgere lo sguardo verso l’alto per vedere il capolavoro: l’importantissimo affresco staccato e riportato su tela, posto sopra l’arco esterno della Cappella dei Pellegrini, alla Basilica di Sant’Anastasia. L’affresco è il San Giorgio e la principessa realizzato tra il 1433 e il 1438 da Antonio di Puccio Pisano, detto Pisanello. La visione richiede un accorgimento tecnico, vista la distanza noi abbiamo utilizzato lo zoom dell’obiettivo della fotocamera per poterlo osservare degnamente.
L’opera è priva di alcune parti andate perdute, mancano, infatti, Sant’Eustachio che accarezza un cane e il San Giorgio armato che il Vasari menziona né Le vite de’ più eccellenti pittori, scultori ed architetti. “I ritratti dei volti, i costumi dei personaggi, gli animali nascosti nel paesaggio, le ossa e i teschi sparsi attorno al drago, gli edifici gotici della città sullo sfondo, sono i frammenti di una realtà vista con gli occhi del corpo e non più solo con quelli dello spirito” così scrisse di quest’opera Federico Zeri, citando a sua volta Julius Von Schlosser e noi non possiamo che essere d’accordo con loro. Non tralasciate le altre opere, sono tesori d’arte e di storia che la chiesa da secoli custodisce. Piccola dritta, gettate uno sguardo alle acquasantiere.
Ci rechiamo alla Cattedrale della città dedicata a Santa Maria Assunta. Il luogo è ricco di storia ed è semplice poter leggere i diversi periodi che sono susseguiti attraverso i secoli, li deduciamo dalle strutture architettoniche che man mano sono state sovrapposte e/o integrate l’una all’altra.
Il complesso, oltre alla Cattedrale, include San Giovanni in Fonte, Santa Elena, il chiostro dei canonici e la Biblioteca Capitolare. Gli elementi che ci hanno colpito di più sono la facciata della Cattedrale e il tornacoro al suo interno, realizzato tra 1534 e il 1535. L’opera di Michele Sanmicheli, dialoga perfettamente con gli degli affreschi dell’abside di Francesco Torbido realizzati grazie cartoni preparatori di Giulio Romano.
La biblioteca capitolare, merita un’attenzione particolare essendo un vero e proprio scrigno di tesori di altissimo livello, che visto il luogo sacro, ringraziando Dio è sopravvissuta agli eventi storcici. Definita dal paleografo Elias Avery Lowe “la regina delle collezioni Ecclesiastiche”, con 1.200 manoscritti, 268 incunaboli, 2.500 cinquecentine, 2.800 seicentine e gli oltre 70.000 volumi, è un luogo di prestigio poco conosciuto di Verona che merita una sosta prolungata.
Lasciatevi guidare al suo interno alla scoperta dei primi manoscritti del V secolo d.C. per giungere ai testi dei giorni nostri. L’odore delle pergamene, degli incunaboli e dei libri v’inebrierà, soprattutto saranno le storie legate alla biblioteca che vi lasceranno a bocca aperta. Tra i frequentatori illustri sono da segnalare due big della letteratura come Dante e Petrarca.
Verona è da anni uno dei punti di riferimento per quanto riguarda il belcanto. Il ricco cartellone lirico va in scena all’Arena, il tempio conosciuto in tutto il mondo. L’anfiteatro romano va assolutamente visto. Se sarete fortunati, come lo siamo stati noi, potreste assistere alla performance di qualche tenore o soprano, che si cimenta in qualche area d’opera, offrendo ai turisti e non un breve spettacolo. Momenti di gloria per l’artista, ripagato dallo scroscio applausi del pubblico grato.
Anche Goethe ebbe modo di visitare l’Arena, nel suo Viaggio in Italia scrisse queste parole: “Questo anfiteatro si è pertanto il primo monumento ragguardevole dell’antichità che io abbia visto, ed in quale stato di conservazione! Allorquando vi entrai, e più ancora quando giravo in alto sulla somità, mi faceva l’effetto singolare di parermi ad un tempo grandioso, senza che comparisse propriamente tale. E vero altresì che non lo si vuole vedere vuoto, ma bensì pieno zeppo di persone…”
La Chiesa di Santa Maria in Organo è un altro scrigno di gioielli che ci ha emozionato. Da vedere La Muletta, la peculiare statua lignea del Cristo benedicente sul mulo. Da osservare attentamente le figure scolpite del candelabro del cero pasquale, alto quasi quattro metri, situato nel presbiterio, opera di Frate Giovanni da Verona che si è espresso con certosina maestria anche nelle tarsie degli armadi della sacrestia, nell’elegante coro ligneo e nel leggio.
Rimarrete sorpresi dall’abilità di questo monaco olivetano nel ritrarre animali, paesaggi e nella riproduzione dei poliedri, libri e oggetti che paiono veri per quanto sono ben realizzati. Le tarsie di frate Giovanni ci fanno tornare alla memoria Leonardo da Vinci e Luca Pacioli, il frate francescano e matematico nato a Borgo San Sepolcro nel 1445, celebre per il suo trattato intitolato De divina proportione, le cui illustrazioni furono fornite direttamente da Leonardo.
Di quel testo restano oggi due sole copie manoscritte: una conservata nella Bibliothèque Publique et Universitairedi Ginevra e la copia, ritenuta la migliore, conservata alla Biblioteca Ambrosiana.
Da includere secondo noi il piccolo percorso sulle orme dei Della Scala. Una visita a Castelvecchio, il più importante monumento militare della signoria dei Della Scala, è un altro bel momento da vivere.
Oltre ad apprezzare la struttura architettonica godrete del museo civico dove sono raccolte opere di notevole valore artistico. La cosa particolare da fare a Castelvecchio è la passeggiata lungo i camminamenti che portano alle torri e che dominano sulla città e la corte interna del castello, farete degli scatti, molto, molto belli.
Sempre degli scaligeri consigliamo vivamente di vedere le celebri Arche Scaligere, che si trovano a pochi passi da Piazza delle Erbe e dai Palazzi Scaligeri e che troverete edificate di lato alla chiesa di Santa Maria Antica. Le Arche appaiono come dei grandi reliquiari in pietra in stile gotico, sulla cima le sculture equestri dei Della Scala, i signori che governarono per centoventicinque anni la città che dall’alto delle Arche ancora oggi cavalcano i loro destrieri per l’eternità.
Siamo giunti all’ultima tappa del nostro piccolo percorso. Siamo di fronte alla scalinata che porta a Colle San Pietro, quella che si trova nei pressi di Ponte Pietra. Tra poco la percorreremo a piedi per arrivare su un punto panoramico dove poter fare delle foto mozzafiato sulla città.
Prima, però, spendiamo due parole su Ponte Pietra, il più antico monumento romano di Verona che le numerose devastanti piene, ha più volte fatto crollare e che puntualmente è stato ricostruito donando al monumento l’attuale forma a schiena d’asino con le arcate una diversa dall’altra, che tra l’altro sono diverse anche rispetto a quelle originali d’epoca romana. Mettetevi sul punto più alto del ponte e ascoltate l’Adige che scorre sotto alle cinque arcate.
Solo due, quelle con i blocchi in pietra bianca, risalgono al periodo romano, mentre le altre arcate sono successive e realizzate in mattoni. Fatto saltare il 24 aprile 1945 dai tedeschi in fuga, è stato ricostruito riutilizzando esclusivamente i materiali originali recuperati dal letto del fiume.
Saliamo verso Colle San Pietro percorrendo la romantica scalinata… arrivati in cima abbiamo scoperto che avremmo potuto utilizzare la comoda funicolare (vedete bene gli orari). Ecco Verona da un punto panoramico mozzafiato: la magnifica vista sulla città.
Noi l’abbiamo fatto insieme a un’altra coppia di carissimi amici, Marina e Renato, che per noi sono loro i protagonisti reali di un amore vero vissuto nella città dell’amore, che è molto differente rispetto a quello partorito dell’immaginazione di William Shakespeare.
24 ore ricche di emozioni. Verona noi ti amiamo.
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