Chartreuse du Liget e la Corroirie
Tre luoghi una sola comunità monastica
Tre mete poco distanti tra loro: la Cappella di Saint Jean a 1km da la Chartreuse du Liget e le Château-monastère de la Corroirie, che dista dalla certosa soltanto 650m, la prima nel comune di Sennevières, le ultime due nel comune di Chemillé-sur-Indrois. Tre monumenti legati alla stessa comunità monastica quella dei certosini. L’Ordine certosino è quello fondato nel 1084 da san Bruno, nato a Colonia nel 1030 e morto in Calabria, nel 1101. Gli edifici sono ai margini della foresta di Loches, che i monaci la chiamavano “deserto”. Il primo nucleo della comunità che si insediò nel 1153, era soltanto di quattro confratelli: Herbert, Guillaume, Martin e il loro priore Guillaume.
Chiesero asilo all’abate del monastero benedettino di Saint-Sauveur a Villeloin. L’abate indicò loro di stabilirsi vicino alla piccola cappella da poco completata, dalla forma circolare, di Saint-Jean. Nel 1178, Enrico II Plantageneto confermò la donazione della Cappella e del terreno dove fu fondata la Chartreuse du Liget. La decisione pare sia giunta per espiare la colpa dell’omicidio di Tommaso Becket, ucciso mentre stava pregando nella Cattedrale di Canterbury. Quell’assassinio colpì molto l’opinione pubblica europea e papa Alessandro III vista la grande adesione e vicinanza dei fedeli alla figura dell’arcivescovo cattolico inglese, lo canonizzò in tempo record, il 21 febbraio 1173. Il nuovo monastero ricevette presto un flusso costante di donazioni, tra cui il feudo di Craçay. Diventerà il monastero dei Fratelli conversi, chiamato La Corroirie.
I Padri e Fratelli conversi
L’ordine certosino necessitava di due luoghi per la comunità consentendo di rispondere e sviluppare pienamente alla vocazione dei monaci. Alla Chartreuse du Liget vivevano i Padri, i quali nell’isolamento delle loro celle, conducevano una vita eremitica, studiando, pregando e dedicandosi alla contemplazione, mentre i Fratelli conversi alla Corroirie dividevano la loro vita tra preghiera e lavoro a servizio dell’intera comunità. Si potrebbe pensare che siano due dimensioni della vita religiosa scollegate tra loro. In realtà i due luoghi sono strettamente interconnessi tra loro. I compiti del lavoro manuale dei Fratelli della Corroirie, consentivano ai Padri della Chartreuse di poter svolgere i loro compiti, i percorsi e gli obblighi spirituali. L’esperienza dei Padri era condivisa con i Fratelli de La Corroirie consentendo la crescita dell’intera comunità monastica.
La Chartreuse du Liget
La bellezza dei luoghi è straordinaria, della maestosa Chartreuse du Liget sono sopravvissute molte strutture dall’architettura eccezionale. Già il muro di cinta, la torre di guardia medievale e le torrette di guardia, costruite per ordine del re alla fine delle guerre di religione francesi, che circonda l’intera certosa da il senso della grandezza e dell’importanza storica del complesso. L’imponente portale d’ingresso, risalente al XVIII secolo, ricostruito tra il 1740 e il 1750, quando i certosini effettuarono importanti lavori di ristrutturazione è uno scrigno d’informazioni.
Vi è raffigurato San Bruno in abito certosino con il particolare scapolare bianco. La particolarità dello scapolare dei certosini è quella che ha una fettuccia di stoffa aggiuntiva che lega il lembo anteriore dell’indumento e quello posteriore. Quella fettuccia, oltre a un rimando alla croce, è anche un monito che ricorda ai monaci di non compiere passi troppo lunghi, ricordandogli quotidianamente di avere un passo giusto e a vivere il tempo secondo i criteri tracciati dal santo.
La Chiesa, il Grande Chiostro e la Piccola Cappella
Attraversando le porte successive, si raggiungono gli edifici, risalenti a varie epoche, funzionali alle diverse necessità della Certosa. La chiesa del XII secolo, a navata unica tipica delle chiese certosine, è dedicata a Notre-Dame, ovviamente è il fulcro dell’intero complesso costruita in puro stile plantageneto, è rimasta sempre la stessa, immutata nei secoli. Di essa sono rimaste una buona parte delle mura perimetrali. L’edificio ha una lunghezza di 27 metri e una larghezza di 8 metri.
Nel chiostro grande vivevano i Padri, all’inizio erano 11, fino a un numero di18 nel 1787. A ogni Padre era assegnata una casa/cella in cui vivere in isolamento. Ogni cella era completamente indipendente, era un eremo a sé stante staccata dalle altre. Delle celle purtroppo non è rimasto molto ma si riesce a immaginare facilmente come esse fossero. La piccola cappella del XIX secolo, che prima era la sala dell’archivio del monastero, trasformata dalla famiglia Marsay, ha la sua storia da raccontare, legata a dei dipinti attribuiti Caravaggio, donati alla certosa.
La rivoluzione francese
La Chartreuse du Liget era in fase di cambiamento e restauro iniziato nel 1787, quando la rivoluzione scoppiata due anni dopo in Francia la travolse. I possedimenti subirono la nazionalizzazione, i primi rivoluzionari che arrivarono alla Certosa, nel 1790, stilarono due inventari. L’insieme fu stimato in 21.000 livres. Nel 1791, la Certosa fu venduta in due lotti e i neo-proprietari la utilizzarono come una cava. I Padri e i Fratelli certosini furono costretti a lasciare il luogo. I numerosi mobili, i 6900 libri della biblioteca e le 150 opere d’arte furono dispersi. Il 6 agosto 1837, Cosme Edmond de Marsay acquista la Chartreuse du Liget preservandola dalla distruzione.
Lo Château-monastère de la Corroirie
La Corroirie segue lo stesso destino Chartreuse du Liget. Essa a differenza della certosa era il centro economico, assicurava il benessere materiale di tutta la comunità, era la struttura che accoglieva i Fratelli conversi ma anche i Fratelli donati. I primi svolgevano lavori manuali e quindi avevano minor tempo a disposizione per lo studio e l’orazione personale, ma pronunciano gli stessi voti dei Padri. I donati, invece erano semplici operai aggregati al monastero e tenuti ad alcune preghiere, in seguito diventarono dei monaci con l’abito e con una vita simile a quella dei conversi. Essi però non pronunciavano voti, bensì si donavano all’Ordine. Le regole per i donati erano meno rigide di quelle dei conversi ed il loro abito era di colore diverso rispetto agli altri.
La tappa per i pellegrini e non solo
Attorno alla Corroirie ruotavano diverse figure di lavoratori, molti erano agricoltori dipendenti, pagati per il loro lavoro, e non partecipano alla vita religiosa del monastero, ma insieme ai Fratelli conversi lavoravano mettendo a frutto, l’immensa proprietà che possedevano. I possedimenti si estendevano a nord fino al fiume Indrois, erano di 1.500 ettari. Lo Château-monastère de la Corroirie possedeva inoltre il diritto di giustizia sulle sue terre, pertanto a Le Corroirie vi erano un ufficiale giudiziario, un sergente, un avvocato e un procuratore fiscale e dal XV secolo, il re concedesse un capitano e la sua guarnigione per proteggere il luogo. Al castello-monastero facevano tappa pellegrini e viaggiatori, sostavano presso l’Hostellerie de la Corroirie. Vi passavano in particolare i pellegrini diretti a Santiago de Compostela e Tours (Via Saint Martin).
La cantina, i terreni, lo stagno e i mulini
La Cantina venne utilizzata in vari modi nell’arco dei secoli prima per preparare le pelli delle pergamene, poi per la carta ricavata dal riciclo di vecchi tessuti di canapa, poi per la lavorazione della canapa per realizzare corde per l’agricoltura e i tessuti per l’abbigliamento e nel XVIII secolo il luogo fu utilizzato per la fabbricazione di botti. I terreni erano adibiti a pascolo per l’allevamento di bovini e ovini, ma anche per la coltivazione dei cereali e i vegetali necessari per il sostentamento della comunità. Lo stagno vicino a Le Corroirie sono stati i monaci a realizzarlo per allevare il pesce per le necessità dei monaci, ma anche per la vendita.
Ci sono due mulini che si susseguono in fondo alla cantina. L’esistenza di un mulino a La Corroirie potrebbe essere anteriore all’arrivo dei monaci, era in funzione fino alla metà del XIX secolo. I mulini erano ad uso esclusivo del monastero ed erano alimentati dal torrente Aubigny e dallo stagno costruito a monte.
L’esperienza che avvicina all’Ordine dei Certosini
La poesia del monastero, la bellezza che veniva dai monaci ricercata in ogni dettaglio è rimasta anche sul territorio oltre alle strutture. I monaci perpetuavano quella capacità creativa a imitazione di quella divina. L’Europa non sarebbe la stessa se non ci fosse stato il contributo dei monaci, essi diedero, di fatto, nuova linfa e impulso all’economia, all’agricoltura, alla produzione e alla cultura. I tre luoghi hanno tre distinti racconti. La semplicità del primo insediamento alla Cappella di Saint Jean dove certamente erano spinti e incoraggiati dal fervore spirituale e un fortissimo senso di adattamento.
Si passa alla dimensione più spirituale e di ricerca intellettuale della Chartreuse du Liget. Il contesto che è andato oltre il semplice alloggio. È espressione di uno status di privilegio raggiunto dai Padri, i quali erano spesso figli di danarosi borghesi provenienti dai territori di Loches e Tours. E infine la dimensione più vicina a quella dei benedettini, allo Château-monastère de la Corroirie. L’ora et labora dei Fratelli conversi e donati è l’espressione di un monachesimo del fare con le proprie mani oltre al pregare. È un fare per il bene comune e proprio. L’architettura dei tre luoghi offre un altro livello di lettura quello della funzione per cui sono nate. In una certosa nulla è un caso, ma tutto ha un senso, perché la vita monastica aveva un forte senso ieri come oggi.
Il Grande Silenzio
La visione del film documentario diretto da Philip Gröning nel 2005 Il Grande Silenzio è d’aiuto per comprendere al meglio la vita nella Certosa. Girato nell’arco di quattro mesi al monastero della Grande Chartreuse sulle Alpi francesi, la prima, quella fondata da san Bruno, a circa trenta chilometri da Grenoble. Il silenzio è il filo conduttore di tutto il lungometraggio. Non ci sono musiche di sottofondo, commenti, tranne quelli delle parole pronunciate durante le preghiere e i riti liturgici nei diversi momenti della giornata e di tutto il periodo di registrazione.
La Chartreuse du Liget e Le Château-monastère de la Corroirie sono nel comune di Chemillé-sur-Indrois, nel dipartimento dell’Indre-et-Loire, a est rispetto a Loches e a Le Louroux, a sudest da Chedigny. Per tutte le info cliccare qui.
Per raggiungere la destinazione abbiamo viaggiato con Air France clicca qui per le info.
Viaggio in partnership con www.France.fr/it e Office de tourisme Loches Touraine Châteaux de la Loire