Le Cinque Terre
Cinque Terre e UNESCO
Le Cinque Terre sono i cinque borghi incastonati come pietre preziose lungo la costa ligure spezzina. Riomaggiore, Manarola, Corniglia, Vernazza e Monterosso al Mare ecco le perle delle Cinque Terre. Insieme a Porto Venere ed alle isole Palmaria, Tino e Tinetto, sono località talmente uniche da essere inserite nella lista del Patrimonio dell’Umanità UNESCO. Un territorio particolare quello delle Cinque Terre, non proprio facile da vivere.
La felice posizione soleggiata, riparata dai venti del nord, ha spinto l’uomo a mettere radici. Qui però mancano i terreni pianeggianti. Ma il duro lavoro e tanto olio di gomito hanno trasformato le scoscese colline a picco sul mare in un territorio terrazzato da coltivare.
È con i muretti a secco alti al massimo 2 metri e quelli di 5/6 con la malta che sono stati conquistati fazzoletti di terreno. Le principali piante coltivate le viti, gli ulivi e piante di limone. Produzioni di vini e oli eccellenti da queste parti sono la normalità.
I terrazzamenti, che paralleli seguono i declivi collinari sono la grande opera di ingegneria ambientale di 6729 km. Se messi in fila, superano in lunghezza il raggio della Terra.
Poche le vie di accesso per le automobili
Un paesaggio di grande valore, dove l’integrazione armoniosa tra l’uomo e la natura è il patto che da millenni gioca un ruolo determinante per l’economia di questa parte d’Italia. Un territorio così particolare come quello delle Cinque Terre, va visitato con altrettanta particolarità. Poche le vie di accesso per le automobili, i parcheggi praticamente inesistenti. È quindi preferibile utilizzare i mezzi come i treni, i traghetti o meglio ancora andare a piedi.
I porticcioli sicuro riparo delle piccole imbarcazioni
È così che si scoprono le Cinque Terre, un borgo alla volta raggiunti via strada ferrata scendendo e risalendo da stazione in stazione, solcando il mare attraccando da un porto all’altro o percorrendo i sentieri.
I borghi quasi tutti sviluppati tra le strette insenature della costa, sono aggrappati alle colline digradanti e sono caratterizzati dalle case a torre tinteggiate ognuna di colore diverso.
Le case sono tutte unite una all’altra come se si sorreggessero tra loro seguendo anch’esse, come è avvenuto per i terrazzamenti agricoli, la conformazione naturale delle colline. Quelle case suggeriscono l’essenza della cooperazione, perché sorreggersi l’un l’altro è il modo migliore per vivere un territorio.
Che meraviglia i piccoli porticcioli, il sicuro riparo delle piccole imbarcazioni adatte ai fondali poco profondi del mare dal colore blu intenso e dall’azzurro brillante. Le cittadine se non hanno i terrazzamenti vicino, sono comunque circondate dalla vegetazione spontanea, dai lecci ai vari arbusti, tra cui cisti, eriche, euforbie e corbezzoli, alle erbe aromatiche come il rosmarino, timo, elicriso e la lavanda che inebriano coi loro profumi. Alle quote più alte si trovano boschi artificiali di pini marittimi e i castagneti e poi i cerri, le sughere e le roverelle.
È un vivere a misura d’uomo
Quanta bellezza, quanti colori, quanti profumi, ma soprattutto quanto equilibrio, l’opera dell’uomo qui non si è imposta violentemente, anzi è il valore aggiunto. I ritmi di vita qui sono diversi, più lenti, è un vivere a misura d’uomo con i benefici, però, della vita contemporanea.
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