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FRIULI VENEZIA GIULIA ITALIA IN 24H

Cividale del Friuli

Museo Archeologico Nazionale Cividale

Fondata dai romani

Le origini di Cividale del Friuli si perdono nella preistoria. Resti d’insediamenti umani lo confermano. Ma la città vera e propria è stata fondata tra il 56 e il 50 a.C., sorta ai piedi dei Colli Orientali del Friuli Venezia Giulia a ridosso delle Prealpi Giulie. Giulio Cesare istituì il forum e alla fine del 1° secolo a.C., fu elevata a municipium da Augusto, inclusa nella Regio X, Venetia et Histria. L’antico nome della città era Forum Iulii,  che ha dato tra l’altro il toponimo della regione, appunto Friuli. Per quanto riguarda la denominazione Venezia Giulia, la si deve a Graziadio Isaia Ascoli, che ha voluto evidenziare l’italianità culturale di un territorio e della sua popolazione.

Il periodo dei Longobardi

Era il 2 aprile 568 quando i Longobardi, condotti da Alboino, entrarono in Italia. Forum Julii divenne la prima sede delle capitali dei longobardi, ne seguiranno altre: Brescia, Spoleto, Salerno, Benevento giusto per citarne alcune. Gisulfo, fu il primo dei diciassette principi alla guida del territorio e della città. Cividale rivestirà un ruolo strategico per la vicinanza al confine con l’area transalpina nord-orientale e i Balcani.

Capitale politica e religiosa e centro di cultura e arte

Originari di Cividale furono il duca Pemmone e i suoi figli Ratchis e Astolfo, entrambi duchi e poi sovrani. Il primo è il committente del celebre altare, il capolavoro longobardo conservato al Museo Cristiano del Duomo, il secondo insieme alla moglie Giseltrude della cappella palatina, conosciuta come il Tempietto Longobardo, uno degli edifici che fanno parte dell’importante monastero della Valle. È cividalese Paolo Diacono l’autore dell’Historia Longobardorum. La fonte storica, spesso l’unica, riguardante le vicende dei Longobardi alla quale fanno riferimento gli studiosi. L’apice del prestigio della città si ebbe quando la sede episcopale dei Patriarchi di Aquileia fu spostata da Callisto nel 737. La compresenza del Duca e dell’aristocrazia longobarda e del Patriarca con la gerarchia ecclesiastica, resero Cividale una potente capitale politica e religiosa e un centro di cultura e arte.

Giunsero i Carolingi

Saccheggiata e devastata da una incursione degli Avari 610 d.C., Cividale resterà un centro importantissimo anche quando, nel 774, giunsero i Franchi capeggiati da Carlo Magno, il quale vinse i longobardi proclamandosi loro re. Fu lo stesso Carlo Magno a nominare Paolino II patriarca, succeduto allo scomparso Sigualdo. Il ruolo centrale di potere di Cividale del Friuli restò immutato, divenuta la città dei territori orientali dell’impero dei Carolingi, da Forum Iulii le fu dato un nuovo nome: Civitas Austrae, da cui deriva l’attuale nome della città.

Dal periodo dei Patriarchi di Aquileia al Regno d’italia

Nel 1077 l’imperatore Enrico IV concesse al Patriarca di Aquileia la giurisdizione con prerogative ducali sul territorio friulano, sancendone l’autonomia territoriale e amministrativa. Inizia il dominio temporale del Patriarca. Cividale sarà la capitale della Patria Friuli. La sede patriarcale sarà spostata nel 1238 a Udine e li resterà fino al 6 luglio 1751, quando papa Benedetto XIV soppresse il titolo di Patriarca di Aquileia. Dal 1420 fu soggetta al dominio della Repubblica veneta, nel 1797 è occupata dai francesi guidati da Napoleone, nel 1813 entra a far parte del dominio austriaco e nel 1866 è riunita al Regno d’Italia.

Ecco brevemente la storia di una città, i suoi monumenti e le opere d’arte testimoniano le pagine di storia che abbiamo appena raccontato.

Il ponte di Cividale come Pont Saint Martin

La visita in questa splendida cittadina la vogliamo iniziare partendo dalle rive del fiume Natisone con lo sguardo rivolto verso il ponte. Esso s’erge unendo i due lati della gola e della città. È l’immagine simbolo di Cividale del Friuli. L’opera architettonica è costituita da tre piloni, il centrale, è “radicato” a terra poggiandosi su un macigno in mezzo al fiume e ha due due arcate. Lo chiamano il Ponte del Diavolo. Si narra, infatti, che i cividalesi si fecero aiutare dal Diavolo per erigere l’opera in pietra. L’Angelo ribelle accettò, a patto che l’anima della prima creatura che fosse passata sul ponte sarebbe stata sua. In una sola notte, il ponte fu eretto e la mattina seguente i cittadini beffarono il Piccolo Corno facendo passare sul ponte un animale.

Nulla di tutto questo ovviamente, perché il ponte, alto 22,50 m, è opera dell’uomo ed è sorto a partire del 1442. È curioso che la storiella del diavolo sia praticamente identica a quella che si racconta riguardante un altro ponte, quello di Pont-Saint-Martin. L’unica differenza del ponte valdostano riguarda la trattativa, in questo caso la intraprese san Martino.

L’ipogeo celtico, il Duomo,, il palazzo Comunale

L’ipogeo celtico che consiste in vari ambienti sotterranei, scavati nella roccia, che si sviluppano su diversi livelli, in diramazioni approssimativamente a forma di K. È un piccolo mistero di Cividale che non trova riscontri in Friuli Venezia Giulia. A seguire il Duomo Basilica dedicato a Santa Maria Assunta situato di fronte al Palazzo Comunale del XVI-XV secolo che, di fronte alla facciata, ha a mo’ di sentinella la statua di Giulio Cesare.

Il Tempietto Longobardo

Da non perdere per alcun motivo sono il Tempietto Longobardo che appartiene al complesso monastico di Santa Maria in Valle. Si tratta di un piccolo sacello, ricco di testimonianze artistiche. Voluto come dicevamo in precedenza da Astolfo e Giseltrude, e successivamente utilizzato come cappella monastica. L’aula ospita un prezioso coro ligneo trecentesco collocato ai lati dell’ingresso occidentale fino al presbiterio che è stato di recente restaurato. Non sfuggono gli altri elementi artistici di questo gioiello. Rimarchiamo la rappresentazione dell’Arcangelo Michele, nella lunetta della porta di mezzo, contornata da motivi ornamentali a grappoli e vitigni, dove è raffigurato anche Cristo e l’Arcangelo Gabriele.

I due Musei: scrigni di tesori

I Longobardi dedicarono diversi edifici religiosi in tutta l’area occupata all’Arcangelo Michele. Sito carissimo e meta di pellegrinaggi era il Santuario di San Michele a Monte Sant’Angelo in Puglia. Proseguendo il viaggio alla conoscenza dei Longobardi a Palazzo dei Provveditori Veneti del XVI secolo, il cui progetto è attribuito ad Andrea Palladio, attualmente sede del Museo Archeologico Nazionale. L’elegante edificio conserva numerosi splendidi reperti di età longobarda e importanti codici medioevali. Il Museo Cristiano e Tesoro del Duomo di Cividale ha due sezioni, una ospita il Patrimonio longobardo che comprende il Battistero di Callisto e l’Altare di Ratchis datato tra il 737 e il 744. L’altra sezione è il Tesoro del Duomo tra le tante opere spiccano il Noli me tangere del Pordenone e due opere del Veronese.

Patrimonio dell’UNESCO

L’antica Forum Julii, è riconosciuta come capitale storica e culturale del Friuli. Le più significative testimonianze della Cividale longobarda: la Gastaldaga con il Tempietto Longobardo e i resti del Complesso Episcopale (il complesso cultuale e il palazzo patriarcale), rinnovato da Callisto, i cui resti sono esposti e conservati presso il Museo Cristiano e Tesoro del Duomo e il Museo Archeologico Nazionale sono parte del sito seriale I Longobardi in Italia. I luoghi del potere (568-774 d.C.)” iscritti nella lista del Patrimonio Mondiale dell’Umanità UNESCO.

Gli altri siti sono: il Monastero di Santa Giulia con la chiesa di San Salvatore a Brescia; la chiesa di Santa Maria foris portas con il castrum e la torre di Torba a Castelseprio e Gornate Olona in provincia di Varese; la basilica di San Salvatore a Spoleto in provincia di Perugia.

Qui sotto i nostri racconti che riguardano gli altri siti dei Longobardi in Italia

  1. Il Tempietto di Campello sul Clitunno in provincia di Perugia.
  2. La chiesa di Santa Sofia a Benevento.
  3. Il santuario micaelico di San Michele sul Gargano.

Cividale del Friuli è una chicca della nostra magnifica Italia. Fa parte delle località della nostra rubrica #ItaliaIn240re. Se non volete perdere i nostri scatti e i video seguiteci su Instagram @charmenoff.

I musei li abbiamo visitati utilizzando la comoda FVGcard, il pass col quale si possono vedere in Friuli Venezia Giulia tanti luoghi gratis, o con delle agevolazioni. Dobbiamo ammettere che è stata la scelta giusta averla presa, perchè abbiamo speso molto meno!

Durante il nostro soggiorno in Friuli Venezia Giulia abbiamo dormito all’Hotel Là di Moret.


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