Il Sacro Monte di Varallo
Il Sacro Monte di Varallo, appare come una cittadella fortificata, è situato su uno sperone roccioso e protetto da mura esterne. Il luogo sacro, è cinto dai monti che gli fanno da corona, domina la valle, la città di Varallo e il fiume Sesia sottostanti.
Ci sono voluti quattro secoli per realizzare l’intero complesso architettonico, costituito dalla basilica e da quarantacinque cappelle, affrescate e “abitate” da oltre ottocento statue. Il Sacro monte di Varallo è nato in seguito a una serie di avvenimenti storici. Vediamo insieme quali.
Bernardo Caimi e la Terrasanta
Il primo avvenimento è legato a quando Gerusalemme è caduta nelle mani dei Turchi nel 1453. Da quella data i pellegrinaggi in Terrasanta sono stati interrotti. Il secondo avvenimento è legato alla morte, nel 1477, di Giacomo d’Alessandria, il guardiano del Monte Sion. Il 22 gennaio dell’anno seguente, Bernardino Caimi, va in Terrasanta.
Il frate avrebbe svolto la funzione di commissario, con il compito di reggere quei luoghi e provvedere all’elezione del nuovo guardiano. Pare ci sia stato un secondo viaggio di Caimi in Terrasanta, avvenuto nel triennio 1487-1490, ma sono pervenute testimonianze documentali che possono confermarlo. Certo è che, tornato in Italia, il frate francescano, in seguito beatificato, pensò di riprodurre i luoghi santi di Palestina in un posto sicuro nei confini dei possedimenti sforzeschi.
Nel dicembre 1486, una volta ottenuti, il terreno, una parte dei fondi necessari da Ludovico il Moro e l’autorizzazione del pontefice Innocenzo VIII, iniziano i lavori di costruzione della Nuova Gerusalemme. Tutti quei fedeli che non avrebbero avuto modo di visitare le terre su cui poggiarono i piedi di Gesù avrebbero avuto in alternativa il nuovo luogo dove andare in pellegrinaggio.
Dagli inizi al nuovo linguaggio artistico
In origine il Sacro Monte, era costituito da una trentina di cappelle con un assetto e aspetto che oggi non è più tanto leggibile, vista la serie di interventi compiuti successivamente. Fin dal primo Cinquecento, infatti, grazie all’opera di Gaudenzio Ferrari, pittore, scultore e architetto, le scene rappresentate all’interno delle cappelle ha assunto l’aspetto attuale.
In ogni cappella è raffigurato un passo evangelico. Le sculture a grandezza naturale, che a volte “indossano” abiti veri, realizzati con capelli veri, sembrano persone vere, sono disposte negli spazi delle cappelle con le pareti affrescate che arricchiscono e completano la scena.
Tutto il complesso è sviluppato compiendo questa meravigliosa fusione tra pittura, scultura e architettura. Un linguaggio artistico nuovo e originale, della narrazione evangelica. Il notevole realismo delle scene catapulta il devoto o il semplice visitatore all’interno della rappresentazione. Il coinvolgimento emotivo è assicurato.
Il Concilio e san Carlo Borromeo
Tutte le cappelle sono state realizzate alla luce del concilio di Trento che ha riconosciuto l’importanza dai Sacri Monti, considerandoli come modello devozionale da imitare. Seguendo, inoltre, le indicazioni dello scomparso san Carlo Borromeo, che ha promosso l’iniziativa. Ogni rappresentazione è verificata e realizzata con estremo rigore, seguendo le sacre scritture puntualmente.
Dal 1593 sotto la vigile attenzione del vescovo di Novara Carlo Bascapè, che ha seguito personalmente i lavori, sono stati tracciati definitivamente i temi delle cappelle in modo esse siano chiare e comprensibili. C’è da tener presente che, la Bibbia all’epoca era scritta in latino, solo dopo il Concilio Vaticano II, il testo è stato tradotto in lingua corrente. Molti fedeli dell’epoca non avevano l’istruzione adeguata per leggere la bibbia. Nonostante seguissero le celebrazioni eucaristiche e le funzioni liturgiche spesso non erano in grado di capirle.
Nei Sacri Monti i fedeli hanno trovato lo strumento nuovo per immedesimarsi e capire la Scrittura. Con questo nuovo strumento la Chiesa cattolica romana riuscì a legare, devozionalmente a se, i fedeli.
Il Sacro Monte e il patrimonio dell’umanità Unesco
Al Sacro Monte di Varallo si compie un vero e proprio “pellegrinaggio” da vivere lentamente, passo dopo passo, percorrendo i sentieri lastricati in pietra e ornati ai lati da siepi di bosso, il tutto immerso in un maestoso bosco. Camminando lungo i sentieri, visitando e osservando una dopo l’altra le cappelle allestite e per chi vuole contemplando, si sperimenta un reale crescendo di emozioni.
Sono tanti gli artisti che hanno contribuito a realizzare questo straordinario complesso monumentale, oltre a Gaudenzio Ferrari, ci sono Bernardino Lanino, Tanzio da Varallo, i fratelli d’Enrico, il Morazzone, Dionigi Bussola e Benedetto Alfieri. Il Sacro Monte di Varallo è il primo di nove Sacri Monti edificati tra il Piemonte e la Lombardia. Ora i Sacri Monti fanno parte della lista del patrimonio dell’umanità Unesco, un motivo in più per vivere un altro viaggio.
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