fbpx
LOADING

Digita per Cercare

#SOCIALCORNER CENTRO UMBRIA

L’ipogeo dei Velimna e la necropoli del Palazzone

Ipogeo dei velimna e necropoli del Palazzone

L’ipogeo dei Velimna e la necropoli del Palazzone sono una di quelle mete che ci piace chiamare speciali. Sono quelle esperienze attraverso la storia che ci affascinano. Ogni volta che ne scopriamo e viviamo una nuova, restiamo sempre colmi di meraviglia.

I Velimna

Il 4 febbraio del 1840 si svolgono i lavori per la costruzione di una strada. Mentre si scava su un terreno che apparteneva al Monastero di Santa Lucia a Ponte San Giovanni, a sette chilometri da Perugia, è stato rinvenuto l’antico ipogeo etrusco dei Velimna. Nel 1841 è stato individuato anche il dromos, la scala d’accesso originaria.

La necropoli del Palazzone

Nel 1843 il conte Baglioni proprietario del terreno vicino a Villa Palazzone, nei pressi della tomba a camera della famiglia dei Velimna, Volumni in latino, ha proseguito i nuovi scavi che hanno portato alla luce altre tombe. La necropoli che copre l’arco temporale che va dall’età arcaica a quella del periodo ellenistico è stata chiamata necropoli del Palazzone.

Il vestibolo

Le urne dei ritrovamenti di quel periodo, si è deciso di ricollocate all’interno un edificio: il vestibolo, costruito nel 1867, che sovrasta l’ipogeo dei Velimna. Le urne cinerarie delle famiglie degli Acsi, degli Anani, degli Axu, dei Casni, dei Tite petruni, dei Veti afle e dei Veti che per secoli si trovavano nelle rispettive tombe di famiglia, ora sono disposte sopra il dromos del primo e più grande ipogeo ritrovato.

Le sette urne

Scendendo le ripide scale che conducono all’ipogeo, varcando la soglia della porta che era sigillata da un enorme blocco in pietra rettangolare, si entra nella tomba. L’ipogeo è realizzato come se fosse una tipica casa etrusco romana. Gli etruschi credevano che i morti continuassero vivere anche dopo la morte, è per questo motivo che la sepoltura è organizzata in modo da garantire una prosecuzione serena anche nell’aldilà.

Questi i motivi dell’architettura della tomba, realizzata come se fosse una vera e propria casa. Dalle pareti fuoriescono due serpenti, copie di quelli ritrovati. Secondo le credenze degli etruschi, i serpenti sono il tramite tra i vivi e i defunti, gli unici animali che possono scendere nell’Ade e tornare nel mondo dei vivi liberamente.

Sono sette le urne ritrovate della famiglia Velimna, il capostipite Arunte si trova al centro della stanza. Nel parco archeologico si possono visitare le altre tombe della necropoli, quella Bella è l’altra chicca del sito.

L’antiquarium

Nell’antiquarium, allestito a poca distanza dalle tombe, sono raccolte altre meravigliose urne. Ogni urna ha la propria storia da raccontare che, insieme agli altri oggetti recuperati negli ipogei, aggiungono ulteriori elementi di conoscenza e comprensione del popolo degli etruschi. Un popolo quello etrusco dal quale i romani ha molto attinto.

Infatti, “Furono gli etruschi coloro che, molto prima di Roma, nel momento del trapasso tra preistoria e storia, edificarono nel cuore d’Italia un’alta civiltà, ponendo le fondamenta della futura ascesa dell’Europa. Furono gli etruschi che, partecipi dell’eredità dell’antico Oriente con la sua avanzata civiltà, la trasferirono sul suolo dell’Occidente europeo.” Werner Keller

L’ipogeo dei Velimna e la necropoli del Palazzone sono dei gioielli d’Italia poco conosciuti che riteniamo siano dei SocialCorner speciali. Per noi super instagrammabili. Se volete scoprire altre mete speciali cliccate qui e viaggerete ancora con noi. Se volete godere dei nostri scatti, seguiteci su Instagram @charmenoff

Tags:

Lascia un commento

Your email address will not be published. Required fields are marked *