Lipica e i lipizzani
Il tiglio l’albero sacro
Siete mai stati a Lipica? Il nome di questo paese è un piccolo grande racconto. Deriva da lipa, che significa albero di tiglio con l’aggiunta del suffisso diminutivo –ica. Il piccolo tiglio, che cresceva di fronte ad una cantina, ha dato il nome all’insediamento della più antica scuderia europea, dove, senza interruzione dalla sua nascita, è allevata la razza dei magnifici cavalli dal manto bianco: i lipizzani. Il tiglio è un albero considerato sacro da queste parti. In passato era situato al centro di ogni villaggio e sotto ad esso si riuniva la comunità. È considerato l’albero simbolo della Slovenia.
La scuderia d’eccellenza
In principio era soltanto la residenza estiva dei vescovi triestini con le stalle per l’allevamento dei destrieri. Chi ha voluto la scuderia ad altissimi livelli, è stata la casa regnante degli Asburgo. Acquistarono la tenuta il 19 maggio 1580. A siglare la compravendita l’arciduca Carlo II, terzogenito dell’imperatore Ferdinando I d’Asburgo. Tra il 1619 e il 1705 l’Allevamento di Lipica raggiunge il primo dei suoi apici. Alla guida dell’impero c’era Leopoldo I d’Austria. Nel 1703 iniziarono i lavori dell’antica scuderia Velbanca, quelle che oggi sono le stalle più belle e importanti, nelle quali si trovano gli stalloni di razza. Ci sono pagine da raccontare sulle vicende dei cavalli e la scuderia. Durante i secoli successivi, la scuderia ha avuto momenti di gloria e periodi di seria difficoltà, dovuti agli sconvolgimenti delle guerre e ai cambi di potere.
Orgoglio nazionale
Nonostante tutto, dopo più di quattrocento anni, sui 300 ettari di verde dove crescono i famosi tigli insieme alle numerose querce, la scuderia è ancora lì, più vitale che mai, con 300 esemplari curati con tutte le attenzioni possibili. Per gli addetti è considerato un privilegio custodire questo preziosissimo, celebrato patrimonio culturale e naturale. Per gli sloveni, Lipica, è motivo d’orgoglio. I lipizzani sono ritratti addirittura sulla moneta da 20 centesimi dell’euro. La tenuta dell’allevamento è visitabile. Una semplice passeggiata sui lunghi viali alberati, la visita nella scuderia d’onore e quella all’antica Velbanca, dove vedere da vicino i magnifici esemplari e ciò che si può vivere. La visita include il Museo delle Carrozze, il Museo del Lipizzano Lipikum e la Galleria d’arte di Avgust Černigoje e la chiesetta di Sant’Antonio da Padova.
maestoso il ristorante
Dopo la visita alla scuderia, c’è da godere d’esperienza gastronomica del luogo, con gli ingredienti locali, gli aromi e i profumi delle erbe del Carso. Al Ristorante Gratia, il ristorante dell’Hotel Maestoso, trovate un menù studiato per i palati che hanno voglia di compiere dei viaggi culinari interessanti. In un ambiente contemporaneo, molto rilassante, si godono sapori autentici con le specialità del territorio. La cucina e i piatti proposti sono il risultato di sperimentazione e innovazione, che non lascia delusi i commensali. I piatti sono accompagnati dagli ottimi vini, primo tra tutti il pregiato Terrano.
Il cavallo…
Durante il pranzo, tra una portata e l’altra, abbiamo iniziato il gioco sulle immagini dei cavalli, che fanno parte del patrimonio e della memoria collettiva. Abbiamo cercato di ricordare i cavalli famosi, che magari conoscono tutti. Partendo dalla Grecia, chi non ricorda Poseidone che diede vita al cavallo diventando per questo motivo l’animale simbolo a lui attribuito? È un caso che le onde del mare si chiamino cavalloni? Pegaso lo stallone alato di Zeus, nato dal sangue versato da Medusa è il mito senza tempo.
Indimenticabili, Ombromanto il candido destriero di Gandalf de Il Signore degli Anelli e Opale cavalcato dalla principessa Zaffiro, del manga di Osamu Tezuka. Che dire di Rocinante di Don Chischiotte e Dinamite di Tex Willer, lo storico fumetto della Bonelli Editore? E poi Palomo il cavallo più famoso di Simón Bolívar. Chetak che salvò la vita a Pratap Singh, il principe del Mewar nel Rajasthan, l’eroico cavallo è ricordato con tutti gli onori, a volte anche più del principe che lo cavalcò. Per Jung, i cavalli “Fanno da guida al viaggiatore smarritosi che non sa trarsi d’impaccio, hanno facoltà divinatorie”.
Il cavallo da sogno
Se le immagini letterarie, cinematografiche, dei fumetti, i riferimenti storici e le considerazioni psicologiche non danno alcuna emozione, quella dell’esperienza a Lipica/Lipizza e i lipizzani lo diventerà sicuramente. È un ricordo così bello da diventare un riferimento su come debba essere un cavallo da sogno.
Viaggio organizzato in collaborazione con lo Slovenian Tourist Board
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Questo racconto è stato scritto ascoltando Zalagasper – Origami