Matera: falchi e panorami
Per Italia in 24 ore, vi portiamo in Basilicata, una regione che da anni esploriamo e amiamo e che nasconde innumerevoli tesori da scoprire. Forse Matera non è propriamente sconosciuta, ma di certo ci sono tanti interessanti luoghi da vedere.
A noi Charmen la prima volta che abbiamo visitato Matera ci hanno incuriosito e colpito, oltre allo splendido centro storico che comprende il rione Civita e i Sassi Caveoso e Barisano, i falchi naumanni. Questi piccoli rapaci abitano la città e sono stati per decenni gli unici e incontrastati padroni dei Sassi fino al progressivo ritorno degli abitanti. I materani dovettero abbandonare i Sassi forzatamente su decisione di Alcide De Gasperi nel 1952. L’allora Presidente del Consiglio fu il firmatario della Legge Speciale per lo sfollamento dei Sassi ritenuti inadatti, a ragione, come abitazioni civili.
Da vergogna nazionale a patrimonio dell’UNESCO dal 1993, a capitale Europea della cultura 2019, i pennuti dal becco ricurvo hanno assistito dall’alto i cambiamenti di Matera, forse infastiditi alla fiumana dei visitatori e dei turisti attratti dalla città/set di film. The passion di Mel Gibson, il Vangelo secondo Matteo di Pier Paolo Pasolini, il Sole anche di notte dei fratelli Taviani, il Signore delle stelle di Giuseppe Tornatore e il recentissimo No time to die con protagonista l’attore Daniel Craig che rindossa gli abiti dello 007 più famoso del mondo: James Bond, sono solo alcune delle pellicole che hanno immortalato Matera.
Per noi il piacere di ascoltare lo strido e il seguire il volo ardito dei rapaci si aggiunge alla visita della città che offre diversi punti panoramici, tutti speciali e degni di essere fotografati. Punto di partenza è Piazza Vittorio Veneto, dove si trova il Belvedere Luigi Guerricchio che permette di gettare lo sguardo su Sasso Barisano e la cattedrale. Proprio sotto la piazza, nelle viscere della terra, si trova l’enorme cisterna idrica interamente scavata nella roccia, che pare, quando ti ci inoltri, di entrare in uno dei gironi infernali danteschi, ma niente paura, è solo Palombaro Lungo, che fa parte, insieme alla chiesa rupestre di Santo Spirito, del complesso degli Ipogei di Piazza Vittorio Veneto.
Dalla piazza ci siamo inoltrati lungo le viuzze in direzione della Chiesa di Sant’Agostino. Lungo la strada fate una sosta alla bellissima chiesa in stile romanico-pugliese, dedicata a San Giovanni Battista, completamente realizzata con blocchi di calcarenite lavorati ad arte e artisticamente. La chiesa è la prima che fu edificata al di fuori delle antiche mura cittadine e dei Sassi.
Poco più avanti, lungo il percorso che porta alla Chiesa di Sant’Agostino, si trova la chiesa di San Pietro in Barisano. Il panorama da questo punto vi lascerà senza fiato e sarà bellissimo anche quello dalla chiesa di Sant’Agostino. Proseguendo l’itinerario si giunge alla chiesa di San Pietro Caveoso che si affaccia sulla Gravina di Matera, proprio sopra alla chiesa di San Pietro un altro punto panoramico quello dalla chiesetta Santa Maria in Idris.
Il nome della chiesa rupestre deriva dal greco “Odigitria”, che letteralmente vuol dire Colei che mostra la via, com’era chiamata la Vergine Maria a Costantinopoli. Dalla chiesa di Santa Maria in Idris, si accede alla cripta rupestre di San Giovanni in Monterrone, dove sono presenti pregevoli affreschi in stile bizantino risalenti a un periodo che va dal XII al XVII secolo.
Vi segnaliamo prima di giungere a San Pietro Caveoso il Complesso rupestre di Madonna delle Virtù e San Nicola dei Greci, che è uno dei più elaborati esempi di architettura scavata nella roccia. Il complesso è costituito da un monastero, dalle case a grotta, dalla basilica della Madonna delle Virtù che ha le caratteristiche architettoniche tipiche di una basilica a tre navate in stile romanico e la cripta di San Nicola dei Greci, tutto interamente scavato nella calcarenite.
Alle spalle della chiesa di Santa Maria in Idris si trovano, affacciati sulla Gravina, la Casa grotta di Vico Solitario, l’antica abitazione che aiuta a comprendere come vivevano gli abitanti di Matera prima dell’abbandono e poco più distante la chiesa rupestre di Santa Lucia alle Malve risalente all’VIII secolo. La chiesa appartenuta alle monache benedettine è da considerarsi tra le più importanti nella storia della città di Matera.
Dopo queste due tappe recatevi alla Piazzetta Pascoli a fianco del Museo Nazionale d’Arte Medievale e Moderna della Basilicata a Palazzo Lanfranchi, dove godrete di un’altra vista panoramica spettacolare sulla città. Il giro su e giù per i Sassi vi ha stancato? Che dite? Un momento di relax in uno dei tanti localini su via Domenico Ridola è la giusta soluzione, prima di concludere il percorso e giungere alla Cattedrale della Madonna della Bruna e di Sant’Eustachio, ultima tappa di un percorso in una città mozzafiato che abbiamo voluto proporvi formando una sorta di spirale come un farebbe un falco in cielo, siamo partiti, infatti, dall’esterno per giungere girandogli intorno al centro che è appunto la cattedrale.
Le due chicche che crediamo debbano essere aggiunte, non sono in città, ma poco fuori. “Prendete il volo” e atterrate al belvedere di Murgia Timone, la sponda opposta della Gravina, dove di fronte a voi avrete la visuale completa di Sasso Caveoso in tutto il suo splendore.
L’altra chicca è quella che gli esperti hanno chiamato la Cappella Sistina della pittura parietale rupestre, la Cripta del Peccato Originale. La gente comune la chiamava la Grotta dei Cento Santi per via degli affreschi o forse per le valve fossili di capesante che si notano numerose sulla volta e sul calpestio all’ingresso della grotta che si affaccia a strapiombo sulla Gravina di Picciano. Fu riscoperta dei suoi affreschi avvenne nel 1963 da alcuni giovani del territorio ignari di aver ritrovato la grotta con un ciclo pittorico di elevato valore artistico. Grazie alla Fondazione Zétema si è avviato, con la consulenza dell’Istituto Centrale del Restauro, il progetto di recupero integrale della cripta.