Media Valle Tour: l’Umbria in bike
I dieci comuni
Il Media Valle Tour è il nuovo anello per tutti quelli che amano conoscere i territori in bike. Il Tevere che solca la valle sottostante da nord a sud, le cui acque scorrono in alcuni tratti lente, in altri sono “furiose”. Le colline, spesso coltivate, digradanti e ondeggianti creano scorci suggestivi e sono punteggiate sulle sommità da antichi borghi fortificati custodi di bellezze senza tempo. Ad ogni curva si apre un nuovo scenario diverso dal precedente. Un anello da percorrere in bicicletta che unisce dieci comuni, all’insegna dello sport, della cultura, della storia, dell’architettura, della natura, dell’agricoltura, del buon vino e del food. Il dieci è simbolico per i pitagorici, rappresenta l’Universo, è considerato il numero perfetto, secondo il metodo della riduzione teosofica rimanda all’Unità. Todi: il Comune capofila, Fratta Todina, Monte Castello di Vibio, San Venanzo, Marsciano, Deruta, Torgiano, Bettona, Cannara e Collazzone sono i magnifici dieci, un universo da scoprire pedalando, da comune a comune ognuno con le proprie peculiarità.
Todi
Partendo da Todi, da quel tempio rinascimentale, attribuito al Bramante di Santa Maria della Consolazione, percorrendo ovviamente in bike il Parco di Beverly Pepper, costellato delle sue monumentali opere fino a giungere alla Chiesa di San Fortunato, dove riposano i sacri resti di Jacopone da Todi e dove vi verrà svelato il mistero di una data errata di dieci anni. A Piazza del Popolo, si affacciano i palazzi medievali, che si ergono sopra un passato ancor più glorioso quello dei Romani. Le cisterne sono le testimoni silenti che hanno attraversato indenni i secoli. I colori, i simboli e i giochi prospettici con i fili di lana tesi, che partono dal soffitto e si ancorano al pavimento della Casa Dipinta, appartenuta all’artista Brian O’Doherty e alla storica dell’arte Barbara J. Novak, è la chicca.
Fratta Todina
Spostandosi a Fratta Todina si va alla scoperta di un piccolo borgo dalle mura castellane, costruite tra il XIII e XIV secolo, che cingono in un abbraccio il centro storico, dove ammirare edifici e monumenti come il palazzo Vescovile del XVII secolo e la chiesa Parrocchiale, fatta erigere dal cardinale Altieri di fronte alla più antica chiesa di San Savino inglobata nel Palazzo Altieri.
Monte Castello di Vibio
La pedalata successiva prevista dall’anello del Media Valle Tour è quella per raggiungere Monte Castello di Vibio, noto per il suo storico teatro all’italiana, il più piccolo al mondo: il Teatro della Concordia, attualmente in restauro. Il percorso che costeggia le antiche mura è una piacevole passeggiata con i profumi delle piante officinali. È d’obbligo fare la visita alla torre nella quale sono custoditi documenti storici e i cimeli che riguardano la cittadina. Quando si raggiunge la cima della fortificazione, i suoi merli guelfi indicano chiaramente il suo destino di feudo papale ed Eolo spesso la sferza con i suoi venti, ma la vista sui tetti della città e sul paesaggio sottostante rimasto praticamente immutato da secoli ripaga la piccola fatica spesa per salire gli scalini per arrivarci. Quando scendete dalla torre chiedete dell’antica chiave, quella è una bella storia da ascoltare.
Collelungo di San Venanzo
Proseguendo il viaggio verso San Venanzo, a metà strada alla frazione di Collelungo, è il tempo del ristoro. È qui che si trova la Cantina dei Conti Faina una delle cantine storiche dell’Umbria. La frazione è un borgo fortificato sorto per il controllo del territorio. La bellezza di quello che è stato eretto in superficie è pari a quella che è stata realizzata nelle sue viscere da un personaggio straordinario.
Zeffirino Faina, importando le conoscenze dal modello francese, nel 1876, ha introdotto tecniche all’avanguardia per la produzione del vino e la cantina sotterranea che si sviluppa su più livelli nel sottosuolo è la meraviglia dove sono stati e sono anche oggi prodotti i vini. La botte datata 1883 è la testimone dei tanti vini che vi sono stati affinati. La degustazione del nettare degli Dei in abbinamento ad una selezione di prodotti a chilometro zero provenienti dall’azienda agricola, è solo una delle proposte da sperimentare, godendo della vista mozzafiato.
San Venanzo
“Siamo nulla, un granello”, questa è l’affermazione di Federico Famiani riferendosi all’essere umano. Come non dare ragione al geologo che accompagna i visitatori all’interno del Museo di Vulcanologia, uno dei quattro d’Italia, che ti fa comprendere con estrema facilità lo straordinario evento di vulcanismo avvenuto in Umbria. Un unico evento, quello della regione dal cuore verde, durante il quale si svilupparono tre vulcani. Il comune di San Venanzo è sorto seguendo il cono del cratere di uno dei tre vulcani.
Dall’alto si nota benissimo! Le analisi chimiche fatte fare a fine ottocento, dal conte Faina, hanno dimostrato che la roccia di questo parco vulcanologico ha una composizione unica al mondo. Nome della roccia? Venanzite: la pietra di San Venanzo. Geologi di tutto il mondo e non solo si recano in questo museo che conserva tra l’altro la seconda traccia in Italia della presenza “dell’uomo” di un milione e duecentomila anni fa, trovata sul Monte Peglia: sito Mab dell’UNESCO.
Marsciano
Se la Venanzite ha reso famosa nel mondo San Venanzo, l’argilla trasformata in laterizio è per Marsciano il suo tratto distintivo, è stato, infatti, il maggiore centro di produzione umbro. Nel cuore della cittadina, nell’enorme Palazzo Pietromarchi, costruito dai conti Bulgarelli, ha trovato nel 2004, gli spazi espositivi ideali il Museo Dinamico del Laterizio e delle Terrecotte.
Frazione Spina
Che dire della frazione Spina, a trenta minuti in bike da Marsciano che ha mantenuto intatte le fortificazioni e l’abitato interno con le caratteristiche tipiche delle strutture medievali? Da dire nulla, solo da vedere, magari di sera, quando le luci rendono ancora più romantico il borgo. È il luogo ideale per le coppie per unirsi in matrimonio o per girare un film d’ambientazione storica.
Deruta
Dal comune dove l’argilla viene trasformata il laterizio, a quello dove dallo stesso materiale si creano opere d’arte grazie alle sapienti mani dei maestri artigiani che dalla fine del XIII secolo danno vita alle famose maioliche di Deruta. Il Museo regionale della ceramica già “Museo artistico pei lavoranti in maiolica” fondato nel 1898 è il più longevo nei confini nazionali sul tema.
Conta 6500 pezzi distribuiti su 2600 m². È il viaggio nel tempo e nei luoghi. Si parte dal sottosuolo dove di recente è stata ritrovata l’area archeologica delle antiche fornaci di San Salvatore con le sue mura databili al Duecento, fino a giungere, ambiente dopo ambiente, teca dopo teca ai nostri giorni.
Il circuito dei musei si chiude alla Pinacoteca Comunale nel trecentesco Palazzo dei Consoli dove la star ammirata è un affresco del Perugino. Le chiese sono da sempre custodi di tesori. Stavolta incuriosisce la campana appesa sulla parete all’interno dell’unica navata della chiesa di San Francesco, fusa per celebrare la canonizzazione del poverello di Assisi, nel 1228. Il Santuario Madonna del Bagno con un patrimonio di 700 formelle votive tutte in ceramica che ricoprono le pareti in un arco di trecentocinquanta anni è la cronaca della devozione e della fede. Uno spaccato della comunità dei derutesi.
Torgiano
Riprendendo il Media Valle Tour, la prossima tappa è a Torgiano. Se i Baglioni in passato furono la famiglia che ha lasciato il segno, quella contemporanea dei Lungarotti è quella che ha dato nuovo impulso alla cittadina grazie alla viticoltura specializzata, alla produzione di vini d’eccellenza legati a doppio filo alla cultura. Diversi i musei cittadini da quello del vino a quello dell’olio, rimanendo, però, sul filone dell’argilla il MACC: il Museo Arte Ceramica Contemporanea, la Mostra permanente delle Vaselle d’Autore e la Collezione Nino Caruso è quello che li riassume in pieno, soprattutto quando si brinda con il vino novello. Che dire allora? Prosit!
Parco delle sculture di Brufa
L’arte contemporanea en plain air costella la frazione di Brufa di Torgiano. Le opere dal lontano 1987 si aggiungono una alla volta. Un artista all’anno col quale viene scelto il luogo dove resteranno in pianta stabile le creazioni. Alcune opere dialogano con i filari, altre sono in relazione con gli edifici del borgo, la cui pianta disegna una spirale, altre sono collocate nel Parco delle sculture di Brufa, le quali interagiscono con i magnifici panorami del territorio circostante.
Bettona
La cinta muraria che ha inglobato quelle precedenti etrusche, l’oratorio di Sant’Andrea con gli affreschi tardo giotteschi. Le collezioni della Pinacoteca comunale nel Palazzetto del Podestà risalente al 1371 che conserva due dipinti di Pietro Perugino, la Madonna della Pietà e Sant’Antonio di Padova, e altre opere di Dono Doni, Fiorenzo di Lorenzo, Della Robbia e il recente ritrovamento: il Busto di Antonio Canova, un autoritratto che il celebre artista realizzò nel 1812 considerato fra i migliori per l’ottimo stato di conservazione. Sono solo alcune delle bellezze di Bettona. Tornando in pianura, in stile neoclassico, Villa Boccaglione della metà del XVII secolo con la chiesa, la limonaia, gli edifici connessi alle esigenze dei proprietari e i giardini in fase di recupero è il gioiello da non perdere.
Cannara
A Piandarca il luogo della famosa “Predica agli uccelli” di San Francesco, o al borgo di Collemancio coi suoi palazzi, le chiese e il vicino scavo archeologico di Hurvinum Ortense, oppure al Tugurio dove pare sia nata la prima Fraternità dell’Ordine Francescano Secolare fondato da san Francesco conosciuto come “Terzo Ordine” e le sale del Museo della Città dove sono raccolti i reperti provenienti da Hurvinum Ortense.
Protagonista assoluto della collezione il mosaico termale policromo visibile perfettamente dall’alto e una raccolta di strumenti musicali a fiato e percussioni di inizio ‘900 della Banda Musicale del comune sono solo alcune delle bellezze da godere e vivere all’interno del territorio comunale di Cannara, famosissima per la cipolla, ingrediente di innumerevoli ricette dall’antipasto al dolce.
Collazzone
Collazzone è l’ultima tappa del Media Valle Tour. Il paese è anch’esso racchiuso in una cerchia di mura medievali sulle quali svetta la torre campanaria della chiesa di San Lorenzo che si affaccia sulla piazza principale. San Lorenzo è pure il titolare della vicina abbazia benedettina che si mostra con la sua austera struttura architettonica. La cripta in stile romanico è sopravvissuta pressoché intatta. Scegliamo tra le altre le vicende umane legate al monumento due personaggi storici. Quella di Beato Simone da Collazzone e quella di Jacopone da Todi il quale vi si era ritirato trascorrendovi gli ultimi anni della sua vita morendovi molto probabilmente nella notte di Natale del 1306. Chiudiamo con Jacopone da Todi il cerchio, tornando a Todi da dove il tour ha avuto inizio e dove oggi è sepolto.
La proposta Media Valle Tour è rivolta ai bikers che hanno a loro disposizione un nuovissimo anello appositamente studiato. L’esperienza su due ruote può essere vissuta anche parzialmente, nulla vieta, però, di spostarsi con l’auto da un borgo all’altro percorrendo le solite arterie stradali. Chi ama l’Umbria può sperimentare strade meno battute, nuove mete ed esperienze, il cuore verde d’Italia non delude mai i viaggiatori curiosi.
Media Valle Tour in collaborazione con umbriatourism e Umbria & Bike
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Questo racconto è stato scritto ascoltando Yo-Yo Ma – Cello Suite No. 1 in G Major, Prélude di Bach