La Mole Antonelliana in soli 10 punti
- La Mole Antonelliana doveva essere in principio una sinagoga, nel febbraio del 1862 l’università israelitica bandisce, infatti, il concorso per la costruzione di un edificio multifunzionale che doveva comprendere appunto la sinagoga, la scuola e i vari servizi. L’edificio doveva essere eretto su un fazzoletto di terreno asimmetrico della grandezza approssimativa di 45mx43m. Rispondono al bando quattro architetti che però non soddisfano le richieste dei committenti.
- Per il progetto dell’opera sarà quindi contattato l’architetto Alessandro Antonelli che lo presenta nell’agosto del 1862. In base al primo progetto l’opera doveva essere alta soltanto 47m. Ma nel 1967 Antonelli modifica il progetto iniziale “verticalizzando” la sua opera portandola a un’altezza di 113,57m. L’intenzione di Antonelli era quella di costruire la Sinagoga più alta d’Europa.
- Nel 1871 l’Università israelitica, non avendo le risorse necessarie per il completamento del tempio, ritiene l’edificio inadeguato, per via delle grosse dimensioni, non più corrispondenti alle reali esigenze della comunità. Si teme inoltre sulla stabilità dell’opera. Quesito che sarà sciolto dagli esperti incaricati dal municipio che daranno il loro benestare.
- Il Consiglio Comunale nel giugno del 1877 delibera l’acquisto della Mole versando 150mila lire alla Comunità israelitica, che utilizzerà la somma per costruire la nuova sinagoga secondo le reali necessità nel quartiere di San Salvario poco distante dalla stazione ferroviaria di Torino Porta Nuova.
- Dopo oltre quarant’anni sarà il figlio di Alessandro Antonelli, Costanzo, a portare a termine i lavori. L’ultima visita dell’architetto alla mole, fu il 24 luglio 1887 aveva 89 anni. La costruzione della cuspide termina con la statua alata laminata in oro innalzata il 10 aprile 1889, un anno dopo la morte di Antonelli. È lo stesso Antonelli, che poco prima di morire, a decidere di completare la guglia prima con una stella a cinque punte e poi con una statua raffigurante il “Genio Alato“. Come voluto dal suo artefice, la Mole con l’altezza di 167,5m è stato l’edificio in muratura più alto d’Europa, primato perso nel 1953 quando un nubifragio fece crollare parte della guglia e altri edifici superarono l’opera. La mole sarà la sede del Museo Nazionale del Risorgimento Italiano dal 1908 sino agli anni trenta del Novecento.
- Nel 1964 è stato installato il primo ascensore per raggiungere il Tempietto dal quale si gode di un panorama mozzafiato sulla città di Torino e sulle Alpi.
- La Mole ospita dal 2000 il Museo Nazionale del Cinema. Dopo mezzanotte è un film del 2004 scritto e diretto da Davide Ferrario girato nella Mole Antonelliana, Martino il personaggio del film è custode del Museo nazionale del Cinema di Torino segretamente innamorato di Amanda… La mole è impressa su diverse altre pellicole citiamo inoltre Preferisco il rumore del mare di Mimmo Calopestri con interprete Silvio Orlando che ha vinto il Nastro d’Argento per il miglior attore protagonista.
- La Stella a dodici punte che si trova in cima alla guglia del monumento simbolo della città, la prima capitale del Regno d’Italia, è stata d’ispirazione per creare il premio del Torino Film Festival.
- La Mole è effigiata sulla moneta da 2 centesimi di euro coniata dalla Repubblica Italiana. Ma in realtà esistono pochissimi esemplari di un centesimo con ritratta la Mole Antonelliana, che per i fortunati possessori ha un valore di migliaia di euro. L’immagine di Castel del Monte campeggia sulla moneta da un centesimo, ma per un errore del conio sono state realizzate 7000 monete con le effige della mole. Molte di quelle monetine sono state ritirate ma pare che in circolazione ve ne siano ancora un centinaio.
- Friedrich Nietzsche sulla Mole scrive “Sono passato vicino alla Mole Antonelliana, l’edificio più geniale che è stato forse costruito per un assoluto impulso verso l’alto…”
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Questo racconto è stato scritto ascoltando Last Night I Heard Everything in Slow Motion di Oliver Tank
“Senza l’Italia, Torino sarebbe più o meno la stessa cosa. Ma senza Torino, l’Italia sarebbe molto diversa”.
Umberto Eco