Il Museo dell’Ambra Dominicana
Il museo che ha ispirato teven Spielberg
Il Museo dell’Ambra Dominicana aprì i battenti nel 1982 grazie a Tino e Ada Costa. È una delle chicche se vi trovate a Puerto Plata in Repubblica Dominicana. L’ambra, dell’isola scoperta da Cristoforo Colombo, è diventata famosa in tutto il mondo grazie al film, del 1993, di Steven Spielberg: Jurassic Park.
Pare che la scena iniziale della pellicola, quella quando viene estratto, da una zanzara imprigionata in un campione d’ambra, il DNA di un dinosauro, poi riportato in vita in laboratorio, sia stata ispirata proprio in questo museo. Il sospetto sorge appena vedi il logo del museo, prima di entrare nell’edificio, è simile a quello del film. La guida del museo ci racconta che anche il logo del museo è stato per certi versi copiato. A loro fa piacere, vista la notorietà che il pellicola ha restituito.
La resina fossilizzata
Formatasi 25-40 milioni di anni fa la gemma semipreziosa è di origine vegetale. Altro non è che resina fossilizzata dell’Hymenaea Protera, un albero preistorico ormai estinto della famiglia delle Leguminose.
L’interesse degli scenziati per le inclusioni
C’è molto interesse per l’ambra di questa meravigliosa isola. Oltre ad essere molto trasparente ha trattenuto al suo interno, quando era resina, piante e piccoli animali. La maggior parte delle creature conservate sono quelle che vivevano o si nutrivano della corteccia degli alberi, come formiche operaie, pidocchi della corteccia, alcuni coleotteri e moscerini che sono rimasti impigliati nella resina appiccicosa mentre vivevano ed interagivano nel loro habitat.
Sono state imprigionate anche specie che non avevano a che fare in modo diretto con la corteccia dell’albero. Specie come l’ape, la rana o lo scorpione sono le special guest dell’inclusione. In pratica l’ambra è una sorta di capsula del tempo. Per i ricercatori è un interessante oggetto di studio che ha aiutato a stabilire come erano, ed in parte capire, da chi erano “abitate” le foreste preistoriche.
L’ambra dei colori rari
A differenza dell’ambra baltica che si estrae a cielo aperto e in gallerie sotterranee, le miniere di ambra dominicane sono poco più che piccoli e tortuosi tunnel scavati nei fianchi delle montagne. È raro che il minatore possa stare in piedi in una miniera d’ambra, pertanto un lavoro non proprio facile l’estrazione.
L’ambra dominicana è più preziosa rispetto alle altre del resto del mondo, il merito è della particolare colorazione. Oltre al classico color miele, si possono trovare quelle di colore blu-azzurro o verdi.
Una lucertola di 20 milioni di anni
Il Museo dell’ambra dominicana a Puerto Plata, ospitato in un palazzo storico dall’architettura vittoriana, espone nelle proprie sale un’importante collezione di pezzi di varie dimensioni, con colori diversi, contenenti piante, insetti e altri piccoli animali fossilizzati. La gemma più importante è quella che al suo interno imprigiona una lucertola di 20 milioni di anni.
È un bel viaggio nel tempo che seduce per i vari colori della pietra e soprattutto affascina per le specie degli animali e le piante che si possono osservare attraverso le trasparenze delle gemme.
Una gemma amata più di recentemente
Chissà se i Taino, il popolo nativo dell’isola, siano stati i primi a apprezzare la bellezza di questa gemma? Sicuramente si! Quando giunsero Cristoforo Colombo con gli spagnoli però non furono interessati alla pietra color miele, andarono subito alla ricerca dell’oro, che nel nuovo continente trovarono in quantità. È stata una fortuna. Soltanto all’inizio del Novecento, prima in gioielleria e poi per l’interesse scientifico è diventata una rilevante e preziosa risorsa della quale possiamo anche beneficiare in cristalloterapia. L’ambra, come molte gialle/arancio, è una alleata ed è collegata al secondo e terzo chakra. Lavora sui sentimenti, le paure e gli stati ansiosi.
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Il nostro viaggio in Repubblica Dominicana è stato organizzato in partnership con il
Ministero del Turismo del Repubblica Dominicana
Questo racconto è stato scritto ascoltando Jurassic Park theme di John Williams