Paestum e il Gran Tour
Paestum e il Gran Tour
L’essere umano per evolvere ha bisogno di viaggiare. L’encefalografia fatta dai neurologi americani sui viaggiatori, ha permesso di studiare e comprendere quanto il viaggio sia in grado di stimolare il cambiamento dei consueti ritmi cerebrali. Il viaggio dona benessere e motivazione vitale a chi lo vive. Sarà anche per questo motivo che uomini brillati sono dei grandi viaggiatori. Il viaggio può essere considerato, quindi, un valido elemento formativo per tutti, soprattutto per le nuove generazioni. Con il neologismo Grand tour, coniato da Richard Lassels nel 1670, si definisce la moda dei viaggi d’istruzione, seguita dagli eredi dell’aristocrazia e dai figli delle famiglie più facoltose della classe borghese.
Essendo il viaggio un’occasione formativa, tutor di alto livello: uomini di cultura e artisti, tra il Settecento e l’Ottocento, sono stati assoldati per seguire i rampolli della futura classe dirigente, aiutandoli a cogliere i frutti che l’esperienza di viaggio avrebbe offerto. Tra le tappe del Gran Tour, Paestum è una di quelle da considerare tra le importanti. Sono numerose le opere artistiche che i viaggiatori intellettuali di tutta Europa ci hanno consegnato come William Turner, Costantin Hausen, Marie Ertl e Johann Wolfgang von Goethe, Filippo Palizzi per citarne qualcuno che testimoniano il passaggio a Paestum.
Fondata dagli Achei
Paestum è stata fondata dagli Achei di Sibari nel VI secolo a. C., all’inizio è stata chiamata Poseidonia, i Lucani le hanno dato il nome di Paistom ed infine i romani l’hanno chiamata Paestum. È stata una delle più ricche e fiorenti colonie greche dell’Italia meridionale lungo la costa occidentale del Tirreno. Situata nella parte più orientale del golfo di Salerno, fa parte di quella che è stata chiamata Magna Grecia. La città greca è stata conquistata dai Lucani prima, ed è diventata una colonia romana poi, infine, abbandonata progressivamente a causa dell’impaludamento della zona e la diffusione della malaria, che ha costretto la popolazione a spostarsi. La riscoperta è avvenuta nel 1762 durante i lavori di costruzione della strada moderna che tuttora l’attraversa.
I tre templi di Paestum
Tre i templi: quello di Hera, protettrice degli Achei e moglie di Zeus, comunemente detto la Basilica, è il tempio più antico, iniziato intorno al 560 a.C.. Il tempio dedicato ad Atena costruito intorno al 500 a.C., si trova sulla parte più alta della città circondato in parte dagli ulivi, la pianta che le fece vincere la scommessa contro Poseidone. Ad Atena, infatti, è stata dedicata la nuova polis, futura capitale della Grecia. Il terzo tempio, il più grande di Paestum, è quello meglio conservato. Realizzato verso la metà del V sec. a.C. è considerato l’esempio più perfetto dell’architettura dorica templare in Italia e in Grecia. È attribuito a Poseidone, anche se l’attribuzione è stata recentemente messa in dubbio dagli studiosi, che indicano in Apollo la titolarità del tempio.
Aldilà dell’attribuzione, il tempio è maestoso e imponente e attrae per la sua bellezza. La fase greca non finisce qui, gli elementi architettonici dell’agorà, la tomba dell’eroe fondatore e la struttura circolare per le assemblee l’ekklesiasterion testimoniano quel periodo. Nel periodo dei lucani non ci sono state modifiche in città. Cosa che è avvenuta quando sono giunti i romani, che hanno eretto le strutture dell’anfiteatro, del Campus, della piscina e i neo quartieri abitativi. I resti danno l’idea della grandezza della città. È semplice riuscire a intuire attraverso i monumenti e le strutture il periodo greco e quello romano.
Il museo Archeologico Nazionale di Paestum
Nell’area della città antica a due passi dall’area recintata del sito archeologico è stato costruito nel 1952 e in seguito ampliato, il Museo Archeologico Nazionale di Paestum che accoglie e custodisce i preziosi reperti recuperati. Il percorso museale parte dalla preistoria fino al periodo dell’abbandono della città. Belli i reperti che si susseguono nelle varie sale dove sono stati allestiti. Eccezionali le pitture parietali sulle lastre di travertino della Tomba del tuffatore. Rinvenuta il 3 giugno del 1968, la tomba, si trovava a circa due chilometri a sud di Paestum, in una piccola necropoli. L’eccezionalità del ritrovamento è dovuta sia per il tema delle decorazioni, sia per il fatto che sono rarissime le raffigurazioni pittoriche parietali.
La decorazione pittorica ebbe la maggior fioritura artistica nel periodo classico ed è quella che troviamo spessissimo realizzata sui vasi. Le lastre della tomba del tuffatore, decorate con scene di un simposio e un giovane nudo ritratto mentre si tuffa rappresentando il passaggio dalla vita alla morte, sono un rarissimo e prezioso reperto. Il tema pittorico raffigurato ci indica il cambiamento sul tema morte che i greci hanno avuto dal V secolo. La speranza della sopravvivenza dopo la morte cominciava a prendere piede rispetto a quella fino a quel periodo diffusa. Nasce per certi versi l’idea che sarà la base sulle credenze religiose che in seguito si diffonderanno ampiamente.
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