Sant’Antuono a Oppido Lucano
Il tesoro di Oppido Lucano
La chiesa rupestre di Sant’Antuono è situata a poca distanza dal centro di Oppido Lucano, un comune dell’alta valle del Bradano posto in cima a un’altura dalla quale si gode di un panorama mozzafiato. È una piccola chiesa che custodisce un tesoro d’arte sopravvissuto al tempo e che da poco è possibile goderne grazie ai lavori di recupero e consolidamento. L’ipogeo rupestre è raggiungibile a piedi partendo dal centro della cittadina scendendo una scalinata che poi s’immette su una stradina bianca, oppure senza fatica comodamente in auto.
La dimora dei Monaci Antoniani
La parte esterna della chiesa, che poggia sull’iniziale struttura scavata nella pietra, è estremamente semplice ed è di più recente costruzione. La piccola chiesa è appartenuta ai Canonici Regolari di Sant’Antonio di Vienne.
I monaci in questione erano la comunità di religiosi impegnata alla cura dei malati. Si erano specializzati alla cura dell’ergotismo e del fuoco sacro, detto anche di Sant’Antonio. I religiosi ottennero l’approvazione ufficiale nel 1095, diventando il primo ordine ospedaliero medievale. Erano già presenti tra la Francia meridionale e le confinanti zone della Liguria, del Piemonte e dell’attuale Svizzera nel VI secolo, giunti in Europa partendo dal deserto egiziano della Tebaide, dove avevano abbracciato una vita di ascesi ricalcando l’esempio e l’insegnamento di Sant’Antonio abate.
Scarse le notizie storiche
La chiesa rupestre di Oppido Lucano, come dicevamo, è appartenuta ai suddetti monaci, è ancora oggi oggetto di studio in quanto l’esigua documentazione che la menziona non aiuta a comprendere pienamente le reali funzioni delle strutture che stiamo raccontando.
Non si hanno tra l’altro notizie di un ospedale nella precettoria di Oppido. Gli esperti suppongono che doveva esserci una casa dedicata ad accogliere i malati e i viandanti, giustificata proprio dall’ubicazione della Chiesa, isolata, ma vicina ad una delle porte d’ingresso al paese.
La chiesa spoglia, ma affrescata
La chiesa all’interno è totalmente spoglia di tutti gli arredi legati al culto ed ha le mura in pietra a vista.
Superati due archi che dividono la parte costruita da quella scavata nella roccia dove si trova il tesoro: gli affreschi dal tema iconografico unico per quanto riguarda le chiese rupestri in Basilicata. Il tema è tratto dai Vangeli, che include anche alcuni elementi dai Vangeli apocrifi sulla vita di Gesù Cristo.
I temi pittorici
Si parte la nascita di Gesù e la dormitio della Vergine che fa scivolare una stola nelle mani dell’apostolo Tommaso. Si prosegue con La fuga in Egitto, La strage degli innocenti e La presentazione di Gesù Bambino al tempio.
Il racconto pittorico prosegue con Il battesimo di Gesù nel fiume Giordano, L’ingresso trionfale di Gesù a Gerusalemme, L’ultima cena, Il bacio di Giuda e la cattura di Gesù.
Si passa poi ai temi che vanno dalla condanna alla crocifissione: La flagellazione, La crocifissione, La deposizione di Gesù dalla croce, Gesù adagiato nel sepolcro di Giuseppe d’Arimatea.
Dalla luce al buio e di nuovo la Luce
La visione del ciclo pittorico è proposta partendo dal totale buio degli ambienti, che dura pochi attimi, giusto il tempo di accendere un fascio di luce, che illumina la prima delle scene degli affreschi.
Guidati dalla voce narrante e dai canti gregoriani che fungono da sottofondo musicale la visione del ciclo pittorico è estremamente piacevole e si riesce ad apprezzare cogliendo il senso di ogni raffigurazione. Per noi questa perla della Lucania è da visitare assolutamente.
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