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Teatro Farnese a Parma

Teatro Farnese Parma

Il teatro dell’Argenta

Siamo a teatro, anzi sarebbe più opportuno dire, siamo all’interno dello spettacolare Teatro Farnese a Parma. La città del parmigiano reggiano, del prosciutto, degli splendidi affreschi del Correggio del duomo/cattedrale di Santa Maria Assunta e del Monastero di San Giovanni Battista, del Parmigianino e delle sculture dell’Antelami ha un ulteriore capolavoro di straordinaria bellezza e importanza da mostrare. Sicuramente il teatro più conosciuto è il Teatro Regio ma quello racchiuso tra le mura Palazzo della Pilotta piacecerebbe molto di più Melpomene. Il Teatro Farnese, insieme alla cittadella, sono il lascito e memoria in muratura di Ranuccio I duca di Parma e Piacenza. Ranuccio ha commissionato nel 1618 all’architetto Giovan Battista Aleotti, detto l‘Argenta, la costruzione di un teatro col compito di meravigliare e l’architetto così ha fatto!

Inaugurato con il Mercurio e Marte

Ispirato dal Teatro Olimpico di Vicenza, progettato dal Palladio nel 1580 e al Teatro all’Antica di Sabbioneta, edificato tra il 1588 ed il 1590 dall’architetto Vincenzo Scamozzi, il Teatro Farnese è stato realizzato in legno di abete rosso del Friuli. Si doveva inaugurare in occasione della visita del granduca di Toscana Cosimo II, mentre era diretto a Milano per onorare la tomba di san Carlo Borromeo canonizzato da qualche anno. Il destino però è stato avverso. Il viaggio che doveva fare Cosimo non è andato in porto a causa di una malattia e il teatro è rimasto inutilizzato per quasi dieci anni, fino al 21 dicembre del 1628. In occasione delle nozze di Odoardo, figlio di Ranuccio, con Margherita de’ Medici, figlia di Cosimo, sono stati allestisti il Mercurio e Marte di Claudio Achillini con musiche di Claudio Monteverdi ed una naumachia.

Mi piace il teatro, bella copia della vita.”
Franca Valeri

Il prestigioso ingresso della Galleria Nazionale di Parma

Purtroppo a causa della complessità e degli elevati costi degli allestimenti, il teatro è stato utilizzato solo altre otto volte, l’ultima nel 1732, in occasione dell’arrivo nel ducato di Carlo di Borbone. Il teatro è decaduto inesorabilmente nei secoli, fino ad essere quasi completamente distrutto nella Seconda Guerra Mondiale da un bombardamento nel 1944. Ricostruito tra il 1956 ed il 1960, secondo i disegni originali con il materiale recuperato è oggi il prestigioso ingresso della Galleria Nazionale di Parma oltre a essere nuovamente utilizzato per gli spettacoli di rilievo.

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Il sottofondo musicale Violin Sonata No. 3 in C Major, BWV 1005: III. Largo di Aisha Orazbayeva ha contribuito alla scrittura di questo racconto.

“Un popolo che non aiuta e non favorisce il suo teatro, se non è morto, sta morendo.”
Federico García Lorca

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