Villa Adriana a Tivoli
Villa Adriana: la villa dell’imperatore
L’eccitazione di trovarsi a Villa Adriana a Tivoli dopo aver letto la biografia dell’imperatore Caesar Traianus Hadrianus Augustus e Memorie di Adriano di Marguerite Yournenar è intensa. L’emozione aumenta sapendo che nel 1461 il papa umanista Pio II ha descritto questi ruderi nei suoi Commentarii, accompagnato da Biondo Flavio, uno dei padri fondatori dell’archeologia. Pirro Ligorio nel 1549 iniziò, incaricato da Ippolito II d’Este, gli scavi di Villa Adriana e contemporaneamente, il figlio di Alfonso I e Lucrezia Borgia, gli commissionò come architetto di trasformare un convento in quella che diverrà la meravigliosa Villa d’Este.
La villa…tomba dei suoi viaggi
“La Villa era la tomba dei viaggi, l’ultimo accampamento del nomade, l’equivalente, in marmo, delle tende da campo e dei padiglioni dei principi asiatici. Quasi tutto ciò che il nostro gusto consente di tentare, già lo fu nel mondo delle forme: io volli provare quello del colore: il diaspro, il verde come i fondi marini il porfido poroso come le carni, il basalto, l’ossidiana opaca… Il rosso denso dei tendaggi si ornava di ricami sempre più raffinati; i mosaici delle mura e degli impiantiti non erano mai abbastanza dorati, bianchi o cupi a sufficienza. Ogni pietra rappresentava il singolare conglomerato d’una volontà, d’una memoria a volte d’una sfida. Ogni edificio sorgeva sulla pianta di un sogno, d’una volontà, d’una memoria a volte d’una sfida.” (Memorie di Adriano di Marguerite Yourcenar)
I monumenti che lo avevano affascinato
Villa Adriana a Tivoli è vasta più di Pompei: 120 ettari, ma ormai si afferma ne siano 200, è costituita da una trentina di edifici che non si trovano tutti sullo stesso piano, ma sono distribuiti su una serie di terrazzamenti artificiali posti su livelli diversi. Historia Augusta narra dell’imperatore Adriano e del suo desiderio di costruire la sua villa riproducendo i monumenti che aveva visto durante i suoi innumerevoli viaggi, soprattutto quelli della tanto amata Grecia. Monumenti che lo avevano affascinato come il Pecile, il Canopo o l’Accademia.
Dodici anni passati in giro per l’impero
Eppure…“Su venti anni di potere, dodici li ho trascorsi senza fissa dimora. Ho abitato di volta in volta i palazzi dei mercanti in Asia, le oneste case greche, le belle ville munite di bagni e stufe dei residenti della Gallia, i tuguri e le fattorie. La tenda, quella leggera architettura di tela e corde, era ancora l’abitazione che preferivo.” (Memorie di Adriano di Marguerite Yourcenar)
L’apice dell’architettura e dell’arte romana
Certo, ci troviamo di fronte a edifici che in parte sono ridotti in condizione di rudere. La villa nei secoli successivi è stata una sorta di cava e molti dei materiali sono stati reimpiegati per la realizzazione di nuovi edifici.
La grandezza però è evidente. Come è certo che l’architettura e l’arte romana raggiunsero in quel periodo l’apice, è certo anche che Villa Adriana è la quintessenza per conoscenza tecnica e per qualità.
Basti pensare che l’insieme dei monumenti, le strade carrabili e pedonali, anche sotterranee, realizzate in modo da evitare che la servitù non interferisse con la vita di corte. Gli imponenti terrazzamenti e poi gli impianti idrici e termici, tutto è stato sapientemente realizzato con un chiaro progetto alle spalle di altissimo livello.
Sculture custodite nei musei di tutto il mondo
“Io stesso, ho fatto copiare per la mia Villa l’Ermafrodito e il Centauro, la Niobide e la Venere ansioso di vivere il più possibile tra queste melodie della forma.” (Memorie di Adriano di Marguerite Yourcenar)
Da Villa Adriana a Tivoli, sono state portate via 450 statue, molte delle quali oggi sono conservate e sono “le star”, dei più importanti musei del mondo.
Le biblioteche…
Chissà quanto sapere era racchiuso nelle due biblioteche? Ce ne erano due una greca e una latina. Questo particolare la dice lunga sulla formazione di Adriano, infatti: “Ho letto più o meno, tutto quello che è stato scritto dai nostri storici, dai nostri poeti, persino dai favolisti, benché questi ultimi siano considerati frivoli, e son loro debitore d’un numero di informazioni, forse, maggiore di quante ne abbia raccolte nelle esperienze purtanto varie della mia stessa vita. La parola scritta m’ha insegnato ad ascoltare la voce umana, press’ a poco come gli atteggiamenti maestosi ed immoti delle statue m’hanno insegnato ad apprezzare i gesti degli uomini. Viceversa, con l’andar del tempo, la vita m’ha chiarito i libri. …Mi troverei molto male in un mondo senza libri, ma non è lì che si trova la realtà, dato che non vi è per intero.” (Memorie di Adriano di Marguerite Yourcenar)
Pensare e vivere in greco, ma governare in latino
“Ho amato quella lingua per la sua flessibilità di corpo allenato, la ricchezza del vocabolario nel quale ogni parola si afferma il contatto diretto e vario delle realtà, l’ho amata perché tutto quello che gli uomini hanno detto di meglio è stato detto in greco. L’impero, l’ho governato in latino, in latino sarà scritto il mio epitaffio, sulle mura del mio mausoleo in riva al Tevere; ma in greco ho pensato, in greco ho vissuto.”(Memorie di Adriano di Marguerite Yourcenar)
Le scoperte degli astroarcheologi
“Qui in Villa ho fatto costruire un vero osservatorio.” (Memorie di Adriano di Marguerite Yourcenar)
Le recenti scoperte degli astroarcheologi a Villa Adriana a Tivoli, hanno aperto nuovi scenari di ricerca. Con certezza è stato dimostrato che alcuni edifici hanno dei chiari orientamenti solstiziali. Erano, infatti, realizzati in modo da creare degli effetti di luce all’interno degli stessi facendo passare la luce attraverso le apposite aperture. Roccabruna e il Tempio di Apollo, quest’ultimo proprietà di un privato, sono stati l’oggetto degli studi effettuati durante i solstizi d’inverno e d’estate. Un’indagine effettuata al tramonto e l’altra all’alba hanno permesso di scoprire che la luce filtrava e creava all’interno degli edifici dei “giochi di luce” durante i solstizi. Le strutture erano perciò in qualche modo legate a loro volta ai riti che si sarebbero svolti nei periodi in cui la natura è completamente spoglia e quello in cui la natura esprime il massimo delle fioriture e del raccolto.
Durante i solstizi si svolgevano due feste: i Saturnali, una delle più diffuse e popolari feste religiose di Roma antica, che si celebravano ogni anno, dal 17 al 23 dicembre, in onore di Saturno, l’antico dio romano della seminagione e la festa in onore di Fors Fortuna che si svolgeva il 24 giugno.
Il Canopo e il Teatro Marittimo
Spettacolari il Canopo e la struttura circolare detta Teatro Marittimo, quest’ultima col suo nome inganna i viaggiatori: in realtà si tratta di una piccola isola artificiale, un rifugio circondato dalle acque dove l’imperatore poteva ritrovarsi e isolarsi dal resto del mondo. Era inaccessibile tramite due strutture girevoli una volta attraversate Adriano aveva a disposizione un luogo tutto suo dove raccogliersi. Si resta meravigliati dalla bellezza di questo luogo.
L’amato Antinoo
Per chi ama le storie romantiche a tragiche allo stesso tempo, c’è un edificio, l’Antinoeion venuto in luce durante le campagne di scavo tra il 2002 e il 2005, riconosciuto come la tomba tempio alla memoria del giovane Antinoo, morto tragicamente nel Nilo nel 130 d.C. “Antinoo era greco.”…”La sua presenza era straordinariamente silenziosa: mi ha seguito come un animale o come un genio familiare. Aveva le infinite capacità di allegria e d’indolenza d’un cucciolo, la selvatichezza, la fiducia. Quel bel levriero ansioso di carezze e di ordini, si distese sulla mia vita.” (Memorie di Adriano di Marguerite Yourcenar)
Non è accertato se al suo interno siano stati deposti i resti mortali del giovane amato da Adriano.
Delle storie riguardanti la morte di Antinoo ci sono diverse ipotesi e versioni, si racconta che Antinoo si sia tolta la vita. Si narra che nell’antichità chi si toglieva la vita in un fiume sacro per amore dell’altro, egli avrebbe donato sette anni di vita al proprio amato.
La perdita del giovane della Bitinia fu un dolore che segnò moltissimo l’imperatore e se vogliamo crederci o no alla storia dei sette anni, certo è che Adriano si è spento nel 138 d.C., otto anni dopo dalla morte del giovane Antinoo.
Patrimonio dell’Umanità
Troppe storie le da raccontare su questa destinazione. Per noi sono da scoprire direttamente qui, passeggiando e mano mano scoprire tutti i monumenti, magari partendo dalla sala del plastico della villa che già fornisce l’idea della grandezza del luogo. La Villa è iscritta nella Lista Patrimonio dell’ Umanità UNESCO.
Villa Adriana a Tivoli è uno spettacolare gioiello della nostra Italia delle meraviglie. Potete scoprire luoghi mozzafiato, post dopo post, sulla nostra rubrica SocialCorner, i luoghi più instagrammabili di sempre. Se vi va cliccate qui e viaggerete ancora con noi. Se non volete perdere i nostri scatti, seguiteci su Instagram @charmenoff