Il tempio laico: Villa Panza
La villa delle meraviglie
La visita a Villa Panza a Varese tocca le corde più sensibili. È una delle esperienze davvero emozionanti per quanto riguarda l’arte contemporanea. La struttura architettonica, il giardino e l’intera collezione d’arte meritano una attenta e prolungata sosta per essere colte pienamente. Le emozioni e le percezioni vissute vivendo gli allestimenti e il contatto con le opere è davvero d’impatto. L’edificio appartenuto a Giuseppe Panza custodisce la straordinaria collezione che insieme alla moglie Giovanna hanno raccolto negli corso degli anni.
La collezione americana
Grazie alla spiccata sensibilità e intuizione, i coniugi Panza sono riusciti a riconoscere quegli artisti già maturi artisticamente e che da lì a poco sarebbero “esplosi” sul mercato. La collezione d’arte contemporanea, in gran parte americana, è frutto di scelte di gusto e la loro collocazione dialoga perfettamente con gli ambienti e arredamento di stili e periodi diversi. Tutto è in armonia negli spazi della villa dalla sofisticata e ricercata bellezza.
Il tempio laico
Nel giardino all’inglese di oltre tre ettari, sono istallate alcune opere realizzate con materiali naturali come le pietre o il legno che dialogano con le piante circostanti. Il viaggio dell’anima e della mente che si vive a Villa Panza è perfettamente chiaro nelle parole dello stesso Giuseppe Panza di Biumo, nella sua ultima intervista voluta con Philipp Ungar: “Collezionare per me non significa possedere, è un modo d’essere, un’attitudine filosofica che riguarda la mia ricerca di pienezza che desidererei condividere… dovrebbe essere una sorta di tempio laico, un luogo di meditazione dove ci si può riconciliare con se stessi e vivere un’esperienza di pienezza“, perché “l’arte esprime un legame naturale molto primitivo tra uomo e universo. Un legame religioso, ma senza rapporto con la religione nel senso istituzionale. È il sacro nel senso più spontaneo e universale“.
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“Il collezionismo è un habitus mentale che può appartenere indifferentemente a ottimi o pessimi soggetti. È sempre bene ricordare questo assunto per non incorrere nel più banale e fuorviante dei luoghi comuni ovvero considerare i collezionisti soltanto come gente antipatica, avida e narcisista. “
Vittoria de Buzzaccarini