Villa Spalletti Trivelli a Roma
Un bel regalo per San Valentino
Dato che si avvicina la festa di San Valentino, che ne dite di una fuga romantica, magari a Villa Spalletti Trivelli, il nido ideale alla Città Eterna. Si può scegliere in base alle proprie esigenze una tra le 16 camere, tutte arredate con mobili d’antiquariato e letto king size, angolo bar con bevande calde e fredde incluse nel costo della camera, antiche stampe originali alle pareti e un ampio e lussuoso bagno rivestito in marmo pregiato con vasca, mixate con i più moderni comfort che rendono il soggiorno una favola. Un luogo dove coccolarsi con chi si ama e non solo.
Prendendo l’ascensore si sale al rooftop/giardino-terrazza, dove si trovano le vasche idromassaggio e le sdraio, con vista sui tetti della città, che regalano momenti di relax. Sarà pienamente appagato chi, invece, ama i benefici del centro benessere con l’hammam, i massaggi e la palestra. È consueto trovare gli ospiti a leggere un libro accomodati in un angolo del meraviglioso giardino all’Italiana, che trova il suo spazio tra la villa e il palazzo di fronte, anch’esso degli Spalletti Trivelli ora residenza di famiglia.
La Biblioteca Storica e la Sala degli Arazzi
Se le giornate sono uggiose, l’interno della struttura è piacevolissimo, trattenersi nella Storica Biblioteca con oltre 10.000 volumi, è una opzione. In essa sono conservate le edizioni più preziose della raccolta dei libri della famiglia, vincolata dai Beni Culturali compresa la boiserie, oppure godere del Salone degli Arazzi. A metà della sala si trova una consolle, sopra alla quale, sulla parete, campeggia la tela originale di un Rubens. Sulla consolle è sistemato, per tutti gli ospiti, il courtesy bar per preparare un buon cocktail con le proprie mani, se il preferito è più elaborato, basta seguire il pratico manuale coi vari i passaggi sempre a disposizione.
L’idea dei proprietari è quella che il personale di servizio debba essere il più discreto possibile, in modo che gli ospiti vivano la villa in piena libertà sentendosi come se fossero realmente a casa propria. Una volta preparato il drink, il dilemma: se accomodarsi e sorseggiarlo, su un lato del salone, al salottino azzurro con elementi d’arredo d’antiquariato originali o quello al lato opposto tinto di rosso.
In entrambi i casi alla parete sono appesi due enormi arazzi, uno per lato, che ritraggono le scene dei mesi. Gli arazzi sono i superstiti di una collezione ormai dispersa, della quale non era a conoscenza neanche la famiglia Spalletti Trivelli. Abbiamo saputo che qualcuno si è messo a caccia per ritrovarli tutti. L’abbondante colazione è servita alla sala da pranzo dei Papiers Peints, un sofisticato ambiente che rimanda allo stile orientale, la cornice ideale per godere anche di una gustosa cena, preparata dallo chef della villa.
Un salotto di lusso in tutte le epoche…
Villa Spalletti Trivelli restituisce il lusso di una villa romana d’epoca. Trasmette le sensazioni e i fasti di un tempo. Si avvertono gli echi degli ospiti di rilievo che l’hanno frequentata, quando la Contessa Rasponi Spalletti, la Presidentessa del Consiglio nazionale delle donne italiane, ogni giovedì pomeriggio ospitava nell’ormai rinomato salotto della capitale d’Italia, scrittori, filosofi, giornalisti, politici come Marco Minghetti, Ruggero Bonghi, Romualdo Bonfaldini, Sidney Sonnino e il premio Nobel per la letteratura nel 1913, Rabrindanath Tagore.
…e per i viaggiatori di oggi
Oggi la villa, è frequentata dai neo viaggiatori del Grand Tour che la scelgono per l’aria romantica, ma anche perché situata in pieno centro storico, vicino a uno dei luoghi simbolo dello Stato Italiano e di Roma: Palazzo del Quirinale, già Reggia Sabauda e prima ancora Palazzo Apostolico o Papale, che i ragazzi alla reception con rispettosa simpatia chiamano la White House, visto che è abitato dal Presidente della Repubblica. Il luogo stesso su cui è stata eretta Villa Spalletti Trivelli, è d’importanza storica, qui si trovava la casa di Tito Pomponio Attico, letterato romano e amico di Cicerone col quale scambiò una fitta corrispondenza.
La testimonianza di quella casa la ritroviamo nel magnifico pavimento all’ingresso principale, quello rivolto al Giardino originariamente detto del Quirinale, oggi Villa Carlo Alberto al Quirinale, realizzato con i marmi antichi usati proprio nei pavimenti delle antiche ville romane. Un attento studio sui marmi ha messo in luce che alcuni di essi non sono più reperibili in commercio visto che le cave furono esaurite già ai tempi lontani dell’impero.
Ospitalità unica
Villa Spalletti Trivelli non è solo un boutique hotel, non è neanche una villa, tantomeno un hotel di lusso è l’insieme di tutto, un luogo originale e unico per quanto riguarda l’ospitalità. È per tutti quelli che amano i bei luoghi in cui soggiornare e che soprattutto abbiano un’anima quella di chi ha voluto ed ereditato la villa.
Vale la pena scoprire la storia della villa e di chi l’ha vissuta. È un tassello in più su questo luogo che ve la farà amare e preferire. In fondo alla pagina tutta la storia o quasi.
Qualche indicazione sui posti da visitare nei dintorni
A pochi passi dalla villa potete visitare il Palazzo del Quirinale o passeggiando per tre minuti alla Basilica Sant’Andrea al Quirinale progettata da Gian Lorenzo Bernini. Sempre partendo dalla villa a 600m raggiungerete la Fontana di Trevi, ricordate di portare la monetina da gettare nella vasca, di rigore darle le spalle prima e durante il lancio, mentre alla stessa distanza della famosa fontana immortalata nel film La Dolce Vita da Fellini, si trova una chicca: la chiesa di San Pietro in Vincoli, che custodisce il famoso Mosè di Michelangelo Buonarroti, oppure la Galleria Nazionale d’Arte Antica a Palazzo Barberini. Ultimo consiglio a 950m potete vedere l’affresco dalla resa prospettica mozzafiato, opera di Andrea Pozzo, nella chiesa di Sant’Ignazio di Loyola.
Venceslao Spalletti Trivelli e Gabriella Rasponi
La villa nasce per soddisfare le esigenze di una coppia: il conte Venceslao Spalletti Trivelli (1837-1899), del quale c’è un magnifico ritratto su tela appeso nella sala degli Arazzi e Gabriella Rasponi (1853-1931) la nipote di Gioacchino Murat e di Carolina Bonaparte, sorella di Napoleone. Di Gabriella c’è un busto marmoreo nella Sala del Tè che la ritrae. I due si sposarono nel 1870, stabilendosi in un primo momento a Reggio Emilia, trasferendosi a Roma dopo l’elezione, nel 1874, di Venceslao Spalletti Trivelli alla Camera dei Deputati, elevato in seguito a Senatore del Regno, compito che rivestì fino alla morte.
Vedova a soli quarantasei anni
Gabriella, rimasta vedova nel 1899 a soli quarantasei anni, era una donna dotata di forte volontà, definiva sé stessa una ribelle, proseguì con la risolutezza che le apparteneva, i lavori alla villa. Finirono nel 1901. La donna, amica della Regina Margherita, venuta a contatto con le idee di Maria Montessori, si adoperò affinchè nel suo salotto incrociassero e trovassero un luogo dove esporre e sviluppare le idee, la cultura femminile e femminista e i progetti volti al sociale. È qui che nacquero i progetti di riunire le attività pratiche, intellettuali ed educative delle donne.
La contessa diede vita nel 1897, nella tenuta toscana di Quarrata, ad una scuola di ricamo. Il progetto aveva lo scopo di coinvolgere le donne più bisognose attraverso il lavoro, offrendo loro la possibilità di un guadagno e l’opportunità di riscatto personale. L’iniziativa fu molto apprezzata dagli acquirenti stranieri e nel tempo, nel 1912, divenne legalmente una società cooperativa di mutuo soccorso dal nome Scuola Merletti Lucciano Quarrata, che, nel 1924, raggiunse ben quattrocentocinquanta socie.
I cambiamenti per le donne
La scuola è stato uno dei primi istituti professionali femminili in Italia. La vicenda è narrata pure in un romanzo dal titolo 1897 Storia di un riscatto di Lorenzo Rossomandi, Temperatura Edizioni. Diventata Presidentessa del Consiglio Nazionale delle donne italiane, la nobildonna, insieme alle socie e alle militanti del movimento, ha potuto festeggiare la vittoria quando fu promulgata la legge n. 1176 del 17 luglio del 1919, in vigore il 3 agosto dello stesso anno, sulla capacità giuridica delle donne. Non ebbe il piacere di festeggiare il diritto al voto, nonostante le promesse iniziali. Per il suffragio femminile in Italia, si dovrà aspettare il 31 gennaio 1945, quando il Consiglio dei Ministri presieduto da Ivanoe Bonomi emanò il decreto che riconosceva il diritto anche alle donne.
I capitoli più recenti della famiglia
Tornando alle vicende legate alla villa, Cesare Spalletti Trivelli eredita dalla madre la residenza storica. La abiterà con la consorte, la Contessa Guendalina Cavazzi della Somaglia. I coniugi furono nominati Gentiluomo e Dama di corte della Regina Maria Josè del Belgio, moglie di Umberto II di Savoia, l’ultimo Re d’Italia. Il conte e la contessa lasceranno poi la villa al figlio Piero, scrittore e poeta.
Passata poi nel 2004 a Giangiacomo Spalletti Trivelli, figlio del Conte Piero e sua moglie Susanna, figlia del campione di equitazione Raimondo d’Inzeo. I due decisero di trasformarla nell’esclusiva residenza di lusso per accogliere i viaggiatori di tutto il mondo. Oggi alla guida della villa i figli della coppia. A noi il privilegio della conoscenza di Andrea e il piacere di un tempo condiviso a parlare della sua famiglia, dei personaggi noti e le vicende storiche che Lachesi ha voluto intrecciare.
Questo racconto è stato scritto ascoltando: She Remembers by Max Richter